La scoliosi idiopatica dell'adolescente avrebbe un'origine cerebrale. A dirlo è un nuovo studio di ricercatori del Singapore General Hospital e del National Neuroscience Institute di Singapore che, grazie all'uso della risonanza magnetica con tensore di diffusione ad alta risoluzione, hanno mappato il cervello di 34 adolescenti.
È così emerso che i pazienti con scoliosi idiopatica dell'adolescente mostrano differenze nella connessione nervosa del cervello, in particolare in un percorso nervoso che controlla il movimento, la postura e l'equilibrio. Differenze strutturali che potrebbero portare a uno squilibrio nel controllo muscolare, provocando nel tempo la curvatura della spina dorsale.
Le differenze nel cervello erano probabilmente presenti fin dall'infanzia. Secondo Reuben Soh, chirurgo ortopedico della SGH e primo coautore dello studio, la scoperta potrebbe migliorare la gestione e il trattamento della scoliosi.
Un'altra ricerca del Riken Center for Integrative Medical Sciences, in Giappone, ha individuato un gene responsabile dell'insorgenza della scoliosi idiopatica giovanile.
Il gene, denominato GPR126, è legato alla crescita e allo sviluppo della spina dorsale nel corso dell'infanzia. Pubblicato su Nature Genetics, lo studio ha studiato il genoma di 1819 pazienti affetti da scoliosi, confrontando i dati con quelli relativi ad altri 26 mila individui sani. Dai risultati è emerso che il gene in questione è associato a una maggiore suscettibilità di sviluppare la scoliosi sul cromosoma 6. L'associazione è stata dimostrata anche su popolazioni di cinesi Han e fra i caucasici. Il gene è fortemente espresso nella cartilagine, e la sua disattivazione rallenta la crescita e la formazione dei tessuti ossei nel processo di sviluppo della spina dorsale. Si tratta di un gene importante anche per stabilire l'altezza e la lunghezza del tronco. “La nostra ricerca suggerisce l'interessante possibilità che GPR126 possa influenzare la vulnerabilità alla scoliosi idiopatica giovanile e l'altezza attraverso uno sviluppo e una crescita spinale anormali", hanno spiegato gli autori.
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