È vero, le donne parlano più degli uomini in media, ma soltanto nella parte centrale della vita. Nel 2007, uno studio dell'Università dell'Arizona coordinato da Matthias Mehl aveva sorpreso un po' tutti rivelando che uomini e donne pronunciavano in media circa 16.000 parole al giorno, senza differenze significative di genere.
A distanza di 18 anni, il gruppo di Mehl ha voluto ampliare la ricerca coinvolgendo 2.197 partecipanti fra i 10 e i 94 anni, che hanno prodotto un totale di oltre 630.000 registrazioni audio.
Dallo studio, pubblicato sul Journal of Personality and Social Psychology, è emerso che le differenze di genere nella loquacità in effetti esistono, ma soltanto fra i 25 e i 64 anni. In questo preciso periodo della vita le donne pronunciano in media 3.000 parole in più degli uomini, per un totale di 21.845 contro 18.570.
Per spiegare la differenza, Mehl ipotizza l'influenza del ruolo della donna nella gestione familiare e nella cura dei figli, attività che presuppone rapporti verbali più intensi. Una conferma indiretta è nel fatto che la stessa differenza non si manifesta fra i giovani adulti e fra gli anziani, il che lascia pensare che non intervenga un fattore biologico non modificabile.
Dallo studio emergono anche dettagli curiosi sulla variabilità individuale. La persona meno loquace in assoluto è risultato un uomo che ha pronunciato circa 100 parole al giorno. Tuttavia, anche il soggetto più loquace è un uomo, che ha pronunciato oltre 120.000 parole al giorno. La tendenza generale è però verso un contenimento delle parole pronunciate. Fra il 2005 e il 2018 i ricercatori hanno notato una contrazione del numero medio di parole pronunciate da 16.000 a 13.000 al giorno, dovuto probabilmente alla crescente diffusione di tecnologie digitali come la messaggistica istantanea e i social media che tendono a sostituire le interazioni verbali dirette.
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