Uno studio americano rivela che i rischi della Rete sono tanti e molto più simili a quelli della realtà quotidiana. Il confine fra reale e virtuale, infatti, è molto sottile e difficile da individuare.
Il 7% di oltre mille adolescenti (di cui l'89% di sesso femminile), con un'età media di 13 anni, curati per violenza sessuale in un ospedale della California tra il 2018 e il 2023, racconta di aver incontrato sui social media il suo aggressore, che 8 volte su 10 è un uomo adulto. «Gli adolescenti vivono sempre di più le loro vite in spazi digitali», spiega Miguel Cano, pediatra specializzato in abusi sui minori e autore della ricerca. «Sebbene ci siano dei vantaggi nell'uso dei social media, come la possibilità di entrare in contatto con le persone e di restare in contatto con familiari e amici in tutto il mondo, ci sono anche molti pericoli ben documentati».
Anna Akerman, professoressa del dipartimento di comunicazione dell'Università Adelphi di New York, che si occupa dell'impatto dei media sui bambini, commenta alla Cnn: «In passato, sapere dove si trovavano i propri figli era di solito sufficiente, ma ora le molestie sessuali e la predazione possono verificarsi nelle nostre case senza che i genitori lo sappiano. Gli adolescenti sessualmente vittimizzati sono spesso riluttanti a condividere le loro esperienze a causa di sentimenti di colpa, paura e vergogna».
Oltre agli incontri con sconosciuti, online c'è il rischio di essere sottoposti a varie forme di maltrattamento, ad esempio abuso emotivo, cyberbullismo, minacce ed esposizione a contenuti sessuali.
«I social media sono una forma di comunicazione onnipresente per bambini e adolescenti che può generare un falso senso di sicurezza e "amicizia" con coloro che incontrano online», commenta Shalon Nienow, direttore medico del Chadwick Center for Children and Families presso il Rady Children's Hospital-San Diego, dove sono stati raccolti i dati. «È nostra esperienza che nei casi di violenza sessuale tra conoscenti, i social media svolgono un ruolo significativo nel facilitare la comunicazione e la connessione tra le vittime e i loro aggressori».
L'obiettivo dello studio non è quello di colpevolizzare la Rete, ma di sensibilizzare i genitori a un suo uso corretto, che tenga conto dei potenziali rischi per i più piccoli.
Le informazioni di medicina e salute non sostituiscono
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