Un'alimentazione a base di vegetali sembra avere effetti positivi sui pazienti che hanno affrontato un trattamento per un cancro alla prostata. La dieta allevia i possibili effetti collaterali della terapia, ad esempio la disfunzione erettile e l'incontinenza urinaria.
I risultati emergono da uno studio pubblicato su Cancer al quale hanno partecipato 3.505 soggetti con cancro alla prostata non metastatico. Il campione è stato suddiviso in 5 sottogruppi in base alla proporzione di alimenti di origine animale rispetto a quelli di origine vegetale. L'età media di insorgenza del cancro era di 68 anni e i trattamenti più comuni sono stati la prostatectomia radicale e la radioterapia, rispettivamente nel 48% e nel 35% del campione.
Nello studio è emerso che i pazienti che consumavano la percentuale maggiore di vegetali erano anche quelli con i punteggi migliori per quanto riguarda la funzione sessuale e quella intestinale, l'irritazione e l'ostruzione urinaria, l'incontinenza e la salute ormonale, valutata considerando i sintomi di depressione, vampate di calore e scarsa energia.
Per dieta vegetale si intende il consumo di verdura, frutta, legumi, noci e cereali integrali e un basso apporto di latticini e di proteine animali. La ragione degli effetti positivi va ricercata nella presenza di fibre, polifenoli e antiossidanti, comune negli alimenti vegetali, tutte sostanze che migliorano il metabolismo del glucosio e la funzione endoteliale, riducendo al contempo l'infiammazione generale.
Â«È importante tenere in considerazione il miglioramento di questi tre aspetti perché la loro alterazione può pregiudicare la funzionalità minzionale ed erettile, che può essere compromessa a causa di trattamenti del tumore prostatico», spiega al Corriere della Sera Omid Sedigh, responsabile della Struttura Complessa di Urologia e Andrologia ricostruttiva di Humanitas Gradenigo di Torino e professore aggregato in Humanitas University. «Inoltre, una maggiore assunzione di fibre è correlata a una corretta regolarità intestinale e questo si riflette sul benessere delle vie urinarie e del perineo, quell'insieme di muscoli, legamenti e tendini che chiude il bacino e ha stretti rapporti con gli organi dell'apparato genitourinario».
L'urologa Stacy Loeb, urologia della NYU Langone Health e principale autrice dello studio citato, commenta: «I nostri risultati mettono in dubbio l'idea che il consumo di carne aumenti la funzione sessuale negli uomini: sembra essere vero il contrario». «Non ci sono evidenze in letteratura che correlino il consumo di carne con la funzionalità sessuale», precisa l'urologo Sedigh. «Da uno studio apparso su The Journal of Sexual Medicine si è visto che un modello alimentare caratterizzato da elevato consumo di frutta, verdura, noci, cereali integrali e pesce, ma con un basso consumo di carne rossa e cereali raffinati, è più rappresentato nei soggetti senza disfunzione erettile. Inoltre, tra gli uomini con diabete di tipo 2, coloro che avevano la maggiore aderenza alla dieta mediterranea presentavano la minore prevalenza di disfunzione erettile ed erano più propensi a essere attivi sessualmente».
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