Gli inquinanti nel latte materno

Uno studio italiano rileva la presenza di interferenti endocrini

Uno studio italiano presentato nel corso del congresso della Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica svela la presenza di numerosi interferenti endocrini nel latte materno e quindi nelle urine di madri e figli.
Ftalati, bisfenolo A, glifosati e parabeni minacciano la salute delle mamme e soprattutto dei piccoli appena nati che si alimentano naturalmente.
Lo studio Life Milch (Mother and Infants dyads: Lowering the impact of endocrine disrupting Chemicals in milk for a Healthy Life), coordinato dall'Università di Parma in collaborazione all'AUSL-IRCCS di Reggio Emilia e alle università di Firenze e Cagliari, ha voluto valutare gli effetti degli interferenti endocrini sul neurosviluppo e sulla crescita infantile.
Nella prima parte della ricerca, gli scienziati hanno misurato i livelli di concentrazione di interferenti endocrini nel latte materno di 654 coppie madre-figlio, dalla nascita al compimento del primo anno di vita.
I dati mostrano la presenza di ftalati fino al 70% dei campioni di latte materno e fino al 96% dei campioni di urine dei neonati. Ritrovati anche alti livelli di bisfenolo A, attualmente bandito, nel latte materno fino al 44% dei campioni, con una presenza fino al 14% nelle urine dei bambini. Percentuali di presenza più bassa al 18% dei campioni per i glufosinati e i glifosati. Il latte materno è risultato contaminato anche da idrocarburi policiclici aromatici, fino al 6%, parabeni e piretroidi nel 2,4% dei campioni.
Ricerche precedenti avevano dimostrato la presenza di microplastiche nel latte materno, che ora risulta esposto a numerosi contaminanti chimici presenti ovunque nell'ambiente e particolarmente pericolosi per i neonati, il cui organismo è ovviamente vulnerabile.
“La scoperta di numerosi contaminanti nel latte materno, oltre le microplastiche, aumenta la nostra preoccupazione per la popolazione di neonati estremamente vulnerabili perché l'esposizione a queste particelle è inevitabile, data la loro onnipresenza nell'ambienteâ€, dichiara Mariacarolina Salerno, presidente del congresso, e direttore dell'Unità di Pediatria Endocrinologica del Dipartimento di Scienze Mediche Traslazionali dell'Università Federico II di Napoli. “Tuttavia, questi risultati non devono scatenare allarmismi: l'allattamento al seno è benefico per la salute e la crescita del bambino e non va sospeso ma protetto, prevenendo l'esposizione agli interferenti endocrini e agendo sulle abitudini nutrizionali e sullo stile di vita delle donne durante la gravidanza e l'allattamento. Studi come il nostro non devono sospendere questa pratica ma sensibilizzare le donne a ridurre l'esposizione a sostanze tossiche e fare pressioni sulle istituzioni affinché promuovano leggi che riducano l'inquinamento ambientaleâ€.
“Dobbiamo considerare che i contaminanti del latte materno sempre co-presenti, interagiscono fra loro potendo recare conseguenze nocive potenzialmente maggiori nelle epoche successive di vita - aggiunge Maria Elisabeth Street, partner dello studio e professoressa associata di Pediatria all'Università di Parma -. Il superamento di questi valori indica che è ormai chiara l'importanza di comprendere l'impatto degli interferenti endocrini tramite il latte materno sulla crescita del bambino al fine di sviluppare azioni specifiche di riduzione all'esposizione, in quanto alimento di eccellenza particolarmente suscettibile di contaminazione. A tal fine vorremmo consigliare alle donne in gravidanza di prestare maggiore attenzione ed evitare cibi e bevande confezionate in plastica, cosmetici e dentifrici contenenti microplastiche e vestiti realizzati con tessuti sinteticiâ€.
“Vogliamo essere sicuri che le donne, gli operatori sanitari e le autorità responsabili delle politiche ambientali e sanitarie abbiano le informazioni di cui hanno bisogno per prendere decisioni importanti che hanno ripercussioni sulla salute dei bambini. Il latte materno è quanto di più prezioso si possa offrire ai propri figli: serve dunque un maggior monitoraggio e maggiore attenzione all'ambiente per preservare questo oro bianco e, insieme, la salute delle generazioni futureâ€.
Sulla base dei risultati ottenuti, la Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica ha pubblicato una serie di raccomandazioni per le mamme allo scopo di limitare i rischi:

· Limitare l'uso di plastica monouso e l'utilizzo di biberon non certificati.
· Limitare l'utilizzo di contenitori di plastica per conservare e scaldare i cibi.
· Se possibile non utilizzare solventi, pesticidi, erbicidi e fungicidi ed eventualmente utilizzare dispositivi di protezione durante il loro utilizzo.
· Per l'igiene personale e la cosmesi utilizzare prodotti naturali
· Risciacquare a fondo frutta e verdura in scatola prima del consumo
· Consumare preferibilmente alimenti freschi e di stagione.
· Seguire un'alimentazione varia con alimenti provenienti da fornitori diversi.
· Scegliere un abbigliamento con tessuti naturali.

05/01/2024 09:29:28 Andrea Sperelli


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