Cancro al seno e Brca, utile l'asportazione

Intervento indicato nelle giovani donne con mutazione

L'intervento di asportazione del seno e delle ovaie è seriamente da considerare nel caso di giovani donne che presentano una mutazione dei geni Brca che le rende più suscettibili allo sviluppo del cancro.
«Ci sono voluti anni di ricerche per comprendere le strategie di prevenzione utili per le persone sane, ma portatrici delle mutazioni BRCA (che espongono a rischio maggiore di cancro alla mammella, ovaio, prostata e pancreas) - spiega Matteo Lambertini, Professore Associato e Oncologo Medico presso la Clinica di Oncologia Medica dell'Università di Genova - IRCCS Ospedale Policlinico San Martino -. Finora però non erano chiari i pericoli e azioni da intraprendere per le giovani donne con diagnosi di cancro al seno arriva a 40 anni o prima».
Uno studio presentato proprio da Lambertini al San Antonio Breast Cancer Symposium ha chiarito i dubbi in proposito: la mastectomia bilaterale e la salpingo ooforectomia, cioè l'asportazione delle tube di Falloppio, ovaie e utero, mostrano efficacia preventiva nelle persone sane con mutazioni dei geni Brca.
Il team di Lambertini ha analizzato i dati relativi a 5.290 donne curate in 109 ospedali per una neoplasia mammaria diagnosticata in stadio da uno a tre fra il febbraio del 2000 e il dicembre del 2020. Tra queste 2.910 si erano sottoposte a una mastectomia bilaterale, 2.782 avevano fatto una salpingo ooforectomia e 1.804 avevano optato per entrambi gli interventi, mentre 1.402 non avevano voluto alcuna chirurgia preventiva.
«Gli esiti del nostro studio dimostrano però che le donne sottoposte a chirurgia di riduzione del rischio hanno meno avuto meno recidive, meno tumori secondari e una mortalità più bassa - spiega Lambertini, che è anche membro del direttivo dell'Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) -. In particolare, il pericolo di morte è sceso del 35% e quello di recidiva o di un secondo cancro al seno è calato del 42% nelle pazienti che hanno ricevuto una mastectomia bilaterale. E per quelle sottoposte a salpingo ooforectomia le percentuali sono simili (42% e 32% rispettivamente). I benefici nella sopravvivenza sono poi risultati maggiori nelle portatrici di mutazione BRCA1 rispetto a quelle con BRCA2 e in quelle con una neoplasia di tipo triplo-negativo, che è particolarmente aggressivo e viene più frequentemente diagnosticato nelle donne giovani, prima dei 40 anni».
Le donne con alterazione del gene BRCA1 hanno circa il 60% di probabilità di sviluppare un tumore mammario, contro il 10% della popolazione generale. Inoltre, hanno il 40% di probabilità di ammalarsi di carcinoma ovarico rispetto all'1-2% della popolazione generale. Nel caso di mutazione del gene BRCA2, le percentuali sono simili per quanto riguarda il tumore mammario e inferiori per quanto riguarda quello ovarico (circa 20%).
Una volta scoperto un portatore sano sono due le strategie fin qui perseguite dai medici: un programma di sorveglianza stretta con esami diagnostici da eseguire anche ogni 6 mesi per cercare di individuare l'eventuale tumore in una fase molto precoce, oppure la chirurgia preventiva, quindi la rimozione degli organi nei quali potrebbe nascere una neoplasia.
«Questo studio offre la prima dimostrazione scientifica che la chirurgia di riduzione del rischio migliora la sopravvivenza nelle giovani pazienti con un tumore al seno e portatrici di mutazioni BRCA - conclude Lambertini -. Sarà dunque importante d'ora in poi valutare se offrire questa opzione alle donne che sviluppano un carcinoma mammario (con mutazione) prima dei 40 anni».

13/12/2024 10:47:00 Andrea Sperelli


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