Il sistema per la somministrazione automatizzata di insulina, cui si fa comunemente riferimento con l'espressione pancreas artificiale, può essere basato ora su un algoritmo open source, ovvero disponibile a chiunque.
È la decisione presa dalla Food and Drug Administration americana lo scorso gennaio basata sui risultati di due studi randomizzati e controllati pubblicati su Diabetes e Nejm che hanno dimostrato la sicurezza e l'efficacia dei sistemi open source, frutto del lavoro di un gruppo di persone affette da diabete di tipo 1 (T1D) ed esperti di tecnologia, che ha deciso di perseguire un approccio fai-da-te al proprio trattamento.
La storia del “pancreas bionico fai-da-te†ha inizio in realtà dieci anni fa, come riporta Nature. Al tempo nessuna azienda aveva ancora sviluppato software abbastanza semplici in grado di misurare e controllare costantemente i livelli di glucosio nel sangue. E chi utilizzava pompe per insulina e dispositivi indossabili in grado di monitorare costantemente la glicemia doveva comunque calcolare la dose di insulina appropriata leggendo i dati del monitor, prevedendo la dieta e l'esercizio fisico.
Così i membri della nascente comunità del fai-da-te, sulla scorta dell'hashtag “#WeAreNotWaiting†hanno iniziato a lavorare a un algoritmo che analizzasse i dati del glucosio e programmasse la pompa stessa. Poi, nel febbraio 2015, il membro del gruppo Dana Lewis ha condiviso il codice di un algoritmo che lei e due collaboratori avevano sviluppato e testato. Presto, le persone che avevano scaricato e utilizzato l'algoritmo condivisero le loro esperienze personali e fornirono feedback. Quando gli utenti suggerivano modifiche e potenziali miglioramenti, altri li provavano e riferivano.
A supporto del sistema open source i due studi randomizzati già citati. Quello pubblicato su Nejm nel 2023 ha confrontato un sistema di somministrazione automatico di insulina open source e uno commerciale concludendo che entrambi erano in grado di controllare i livelli di glucosio in modo efficace. Mentre quello pubblicato su Diabetes del settembre 2022 ha dimostrato l'efficacia di un algoritmo che gestisce un sistema di pancreas artificiale sugli smartphone Android.
Secondo quanto riferito da Katarina Braune, endocrinologa presso la Charité - Università di Medicina di Berlino a Nature, la stima di persone che oggi utilizzano la tecnologia open source per la somministrazione automatizzata di insulina è circa di 30 mila. Alcuni utilizzano il sistema OpenAps originale di Lewis e colleghi, che richiede un minicomputer per controllarlo, mentre altri utilizzano AndroidAps (che si è evoluto dal sistema di Lewis) o Loop, che sono applicazioni per smartphone. Nel frattempo, dal 2017 a oggi sono stati commercializzati diversi sistemi di Aid e attualmente cinque aziende vendono tali sistemi, con oltre 750.000 utenti.
La storia del movimento fai-da-te nella cura del diabete sembra però non essersi conclusa qui. La regolamentazione del sistema open source approvato dalla Fda (Tidepool Loop) è stata richiesta da Tidepool, un'organizzazione senza scopo di lucro con sede a Palo Alto, in California, allo scopo di “renderlo più accessibile a un pubblico più ampioâ€. Ora la prossima sfida è trovare sistemi - come monitor e pompe di glucosio continui - compatibili. Questi dispositivi infatti sono realizzati da altre aziende, che solitamente sviluppano software proprietari ed esclusivi per sistemi completi e non interoperabili.
La speranza però è che, come sono sorti algoritmi open source, possano arrivare anche hardware open source. Un esempio recente è uno studio clinico in fase iniziale condotto da un team dell'Università di Otago in Nuova Zelanda su una pompa per insulina open source. Non va dimenticato però, come ha confermato Lewis, che non si tratta di una competizione tra la comunità del fai da te e l'industria, ma solo di un lavoro parallelo che mira al benessere della persona con diabete.
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