I bambini che mangiano in fretta rischiano l'obesità

Nesso fra la velocità di consumo del cibo e peso

Mangiare troppo velocemente ha effetti negativi anche sui bambini. Uno studio pubblicato su The Journal of Pediatrics ha analizzato un campione di 956 bambini di 3-6 anni a seconda della velocità di consumo stimata sommando i minuti totali serviti per consumare i tre pasti principali.
I bambini sono stati quindi suddivisi in tre gruppi: mangiatori lenti, quelli che hanno impiegato oltre 85 minuti, moderati, fra i 66 e gli 85 minuti, e veloci, 65 minuti o meno.
I dati indicano che i mangiatori lenti hanno un rischio più alto di sovrappeso e obesità, hanno una circonferenza vita maggiore, così come indice di massa grassa, pressione arteriosa sistolica e livelli di glucosio a digiuno.
«La correlazione conferma quello che già si conosceva: più elevati sono sovrappeso e obesità maggiori sono i rischi di alterazioni metaboliche, con possibile precoce insorgenza di disturbi specie di tipo cardiovascolare», spiega al Corriere della Sera Nicola Principi, professore emerito di Pediatria all'Università degli Studi di Milano e membro della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale. «Per gli scienziati, la preoccupazione peso-giovani è iniziata a scattare negli anni Ottanta e Novanta. Oggi in Italia, tra i soggetti di età scolare, il 20% circa è sovrappeso e poco meno del 10% è obeso, valori generalizzabili a livello mondiale».
«L'obesità, come tutti i disturbi dell'alimentazione e del peso, ha una genesi di fattori genetici e ambientali. In ogni caso, la componente principale è quella ambientale, legata a stile di vita sedentario e a stile alimentare con largo consumo di alimenti ultraprocessati ad alta densità calorica, ricchi di sale, zuccheri e grassi. Sono cibi saporiti, morbidi e più facilmente masticabili, quindi se ne mangiano di più e hanno preso il sopravvento anche nelle culle della buona alimentazione come erano Spagna, Italia o Giappone», chiosa Stefano Erzegovesi, medico nutrizionista e psichiatra, esperto in nutrizione preventiva e disturbi alimentari. «Inoltre, è stato dimostrato che la velocità con cui i bambini mangiano è uguale a quella dei genitori. L'esempio conta tantissimo: n on solo portare a tavola il cibo giusto, ma anche il modo in cui lo si consuma. Teniamo anche conto di una caratteristica psicologica: i genitori con alta auto-efficacia, quindi con la sincera convinzione che le abitudini si possano cambiare in meglio, riusciranno a trasmettere il loro esempio in maniera più efficace rispetto a coloro che hanno l'approccio “è inutile tanto i figli non ascoltano”. Anche se non lo danno a vedere, i ragazzi guardano con attenzione quello che facciamo».
Fondamentale anche consumare i pasti in serenità, spiega l'esperto. Essere tesi riduce il senso di consapevolezza dell'atto del mangiare e ritarda anche il senso di sazietà. Di conseguenza, ogni fattore di distrazione va allontanato, in particolare Tv, smartphone e tablet.
Se si mangia lentamente la sazietà arriverà più velocemente. Infatti ci vogliono almeno 20 minuti per avvertire il senso di sazietà. Per facilitare questo meccanismo è bene consumare alimenti ricchi di fibre che richiedono masticazioni più lunghe, come cereali integrali, legumi, verdure e frutta. Alcuni accorgimenti come poggiare le posate sul tavolo dopo ogni boccone e respirare e parlare lentamente possono aiutare a rallentare il tempo trascorso a mangiare.
Infine, un buon trucco è cucinare insieme ai figli. Partecipare in maniera attiva alla preparazione del cibo aumenterà l'interesse nei confronti dello stesso, del suo colore, del sapore e della consistenza.

14/08/2023 14:19:00 Andrea Sperelli


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