Per limitare i sintomi allergici dovuti alla stagione primaverile è bene non far mancare all'organismo alcuni nutrienti fondamentali.
A sottolinearlo è uno studio dell'Università di Vienna secondo cui in particolare un deficit di ferro potrebbe dar vita a uno stato infiammatorio che renderebbe il sistema immunitario iper-reattivo. Si attiverebbe perciò una risposta immune esagerata di fronte anche a stimoli innocui, cioè il meccanismo alla base delle allergie.
Tra l'altro, l'iper-reattività immunitaria causa uno stato di allerta che innesca un circolo vizioso per cui si riduce l'assorbimento di ferro, ovvero proprio ciò che servirebbe per calmare eccessi come le risposte allergiche.
Stando ai ricercatori, la presenza del micronutriente è fondamentale soprattutto nei globuli bianchi, allo scopo di modularne l'attività. Gli scienziati austriaci hanno messo a punto delle pillole che contengono meno di un milligrammo di ferro e beta-lattoglobulina, proteina che serve a far assorbire il nutriente a livello linfatico e non a farlo circolare nel flusso sanguigno.
Circa 50 donne hanno assunto le pillole per 6 mesi: al termine dell'esperimento mostravano globuli bianchi carichi di ferro e una riduzione dei sintomi allergici del 45%.
Mario Di Gioacchino, presidente della Società italiana di allergologia, asma e immunologia clinica (Siaaic), commenta: «In laboratorio l'aggiunta di ferro ai globuli bianchi ne aumenta la tolleranza, ma da qui a essere sicuri che fornirlo ai pazienti possa essere decisivo per le allergie o anche le malattie autoimmuni, dove la risposta esagerata è altrettanto negativa, ce ne corre. È vero però che un adeguato apporto di micronutrienti, ferro compreso, può aiutare a mitigare i sintomi allergici: quando si diagnostica un'allergia non basta dare l'antistaminico o pensare alla desensibilizzazione allergica, è fondamentale anche valutare i livelli di alcune sostanze per verificare che non ci siano deficit e in caso affermativo ripristinare le carenze. È il caso del ferro, ma pure di minerali come il selenio, lo zinco o il calcio che, per esempio, soprattutto in passato veniva somministrato in caso di gravi reazioni allergiche grazie alla sua capacità di potenziare l'effetto del cortisone».
Oltre al ferro, altri micronutrienti si rivelano decisivi. Ad esempio, la vitamina D aumenta la capacità di tolleranza del sistema immunitario, e una sua carenza nei bambini è stata associata a forme allergiche più gravi.
«Attenzione, la carenza di vitamina D non basta a provocare l'allergia né dare un supplemento può eliminarla, ma può migliorarla e per esempio potenziare l'impatto della vaccinazione», specifica Di Gioacchino. «Anche vitamine antiossidanti come la A, la C e la E sono utili perché riducono lo stato infiammatorio generale, inoltre sta emergendo un ruolo importante per i probiotici, ovvero i “batteri buoni” dell'intestino: questo organo è essenziale nel processo di maturazione del sistema immunitario e se la flora intestinale è “buona” si riduce l'infiammazione e si permette un corretto sviluppo della tolleranza immunitaria. Pure per i probiotici vale però lo stesso concetto: somministrarli non significa prevenire con certezza le allergie né eliminarle, ma può dare benefici. Peraltro alcuni supplementi possono essere assunti senza particolari cautele, altri come il ferro o il calcio in eccesso potrebbero dare problemi: occorre quindi valutare se e quali carenze ci siano e correggerle, ma sotto la guida del medico e senza pensare che farlo sia risolutivo, anche se potrà diminuire l'impatto dei sintomi allergici. Ricordando poi che una dieta corretta rende inutili i supplementi e dovrebbe essere sempre il primo passo per garantirsi un sistema immunitario sano».
Le informazioni di medicina e salute non sostituiscono
l'intervento del medico curante
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