Assicurarsi di mangiare bene e svolgere una buona attività fisica sono i pilastri su cui fondare la prevenzione dell'ipertensione, ma ci sono anche altri fattori di rischio sui quali agire.
Uno di questi è il rumore, l'inquinamento acustico generato soprattutto nelle grandi città , che secondo uno studio pubblicato su JACC: Advances da un team dell'Università di Pechino avrebbe l'effetto di aumentare i livelli pressori.
I ricercatori cinesi guidati da Jing Huang hanno analizzato i dati di oltre 240.000 persone fra i 40 e i 69 anni provenienti dalla UK Biobank. All'inizio dello studio, i volontari non soffrivano di ipertensione. Sono stati seguiti per 8 anni, periodo nel quale i ricercatori hanno messo in rapporto i loro dati con quelli del rumore del traffico stradale nell'area di residenza.
È così emerso che chi viveva vicino a strade trafficate mostrava maggiori probabilità di soffrire di ipertensione, rischio che aumenta con l'aumento della quantità e dell'intensità del rumore.
I ricercatori sono stati in grado di separare l'effetto del rumore da quello dell'inquinamento scoprendo che il danno è aggravato quando i due fenomeni sono combinati. «Sembra possibile che un'elevata esposizione all'aria inquinata lasci il corpo più vulnerabile agli effetti pericolosi del rumore del traffico e viceversa», scrivono i ricercatori. «I risultati confermano che l'esposizione al rumore del traffico stradale è dannosa per la nostra pressione sanguigna - commenta il dottor Huang - per questo è utile supportare politiche che possano alleviare questo impatto negativo e migliorare le condizioni stradali e il design urbano, oltre che investire in tecnologia per rendere i veicoli sempre meno rumorosi».
Secondo una ricerca del 2015, ridurre di un decibel il rumore prodotto dal traffico nella città di Madrid si tradurrebbe nello scongiurare la morte di 468 persone. «Le persone possono pensare di abituarsi al rumore, e quelli di noi che vivono in città si abituano al rumore delle macchine, ma i nostri corpi in realtà non lo fanno», avverte su El Pais Julio Diaz, ricercatore senior all'Istituto sanitario Carlos III di Madrid. «Gli studi in cui il sangue è stato prelevato dalle persone prima e dopo averle sottoposte al rumore hanno dimostrato che ci sono livelli più alti di glucosio, colesterolo o cortisolo, l'ormone dello stress, e la spiegazione in parole semplici potrebbe essere che il corpo sperimenta il rumore come un attacco, e quando bisogna respingere un attacco come prima reazione aumentano la pressione sanguigna e la frequenza cardiaca; inoltre nel flusso sanguigno vengono rilasciate sostanze come il cortisolo».
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