7 consigli per essere felici

Cosa occorre per ritrovare un nuovo senso di benessere

Iniziare a considerare la ricerca della felicità come un’attività quotidiana non meno importante di altre incombenze. Imparare a delegare per ridimensionare le fatiche. Affrontare i pensieri negativi e ricorsivi dedicandogli il giusto tempo di analisi, per poi metterli da parte. Sono solo alcuni degli spunti di riflessione che la psicoterapeuta Valeria Locati ha voluto raccogliere in occasione della Giornata Internazionale della Felicità, proclamata dalle Nazioni Unite con l’obiettivo di ricordare che essere felici è un diritto umano e che vale la pena celebrarlo.
Punto di partenza fondamentale è imparare a pensare alla felicità come qualcosa da vivere ogni giorno, a cui dedicare del tempo accanto a tutti gli impegni che ci assumiamo.
"In un mondo frenetico che ci spinge a essere spesso di corsa e a soffermarci poco ad ascoltare il nostro mondo interno, diventa centrale concedersi di riflettere su cosa alimenta il nostro stress e come ritrovare gioia di vivere ed entusiasmo”, afferma la psicoterapeuta Valeria Locati. “Dedicare una giornata alla riscoperta e al valore della felicità nella vita delle persone credo sia doveroso, per contribuire a scardinare alcuni meccanismi che ci allontanano dal nostro benessere. Per esempio, l’essere preda di pensieri negativi e ricorsivi, che sottraggono energie e portano confusione, oppure pensare alla vita solo in termini di performance, come una gara a ostacoli in cui vincere un premio. La felicità non è qualcosa che si merita, ma va vissuta ogni giorno”.
Sette spunti di riflessione e approfondimento a cura della psicoterapeuta Valeria Locati.

1. Pensare alla felicità non significa sottrarsi alle responsabilità

Siamo talmente abituati a pensarci di corsa, sopraffatti, al limite delle nostre energie che accarezzare l’idea di essere felici ci fa sentire in colpa, lavativi, poco orientati alla produzione di valori. Non è così, la psicologia e la ricerca ce lo dicono a gran voce: dedicarsi a ciò che ci rende felici migliora la concentrazione, la percezione di sé, il benessere psicofisico globale.

2. I pensieri ricorrenti non vanno scacciati, ci indicano la strada

Tutti noi siamo portatori di pensieri intrusivi. Si insinuano nelle nostre giornate, sottraggono energie, ci portano stress e confusione. Evitarli o tentare di reprimerli ha lo stesso effetto del cancellare la strada dalla mappa e trovare scorciatoie di testa nostra. Vanno guardati, messi sotto la lente di ingrandimento per il tempo necessario a capire con quali risorse gestirli. Prima è meglio, poi è troppo.

3. Non è vero che se non ci pensi tu non lo fa nessuno

Il contesto familiare, culturale e sociale in cui siamo immersi ci vuole supereroi, ma in silenzio. Abbiamo imparato a contare per gli altri facendo, sentendoci unici, indispensabili, ma per questo anche molto soli. Lasciare all’altro, anche quando piccolo e inesperto, la possibilità di occuparsi dei suoi impegni e delle sue incombenze ci aiuta a ridimensionare le fatiche e le onnipotenze.

4. Quanta paura hai delle tue emozioni negative?

Essere felici non è mai una questione di ingenuità o di leggerezza infantile. Fermarsi a riflettere su come ritrovare gioia di vivere ed entusiasmo implica partire dal perché li abbiamo persi. Significa fare i conti con la tristezza e spesso con la rabbia che colorano le nostre giornate. E questo fa di sicuro più paura dell’abitudine allo stress a cui ci sottoponiamo continuamente.

5. Stress, preoccupazioni, sovraccarico si trovano nell’immagine che hai di te

La realtà è una questione di sguardi, di punti di vista dai quali osserviamo le persone e le loro relazioni. La narrazione di noi stessi al limite delle energie, pronti a esplodere da un momento all’altro, è solo una delle possibili descrizioni che ci riguardano. Capire perché sia preponderante può essere l’inizio di un percorso di conoscenza in cui sentirci efficaci.

6. Fare al posto degli altri non ti garantisce il loro amore

Ci ripetiamo in continuazione quanto sia faticoso essere d’aiuto per tutti, quanto poco si venga riconosciuti, quanto, anche al lavoro, ogni gesto sia dato per scontato. E se iniziassimo a chiederci cosa davvero ci aspettiamo da quella riconoscenza? Quanto la frustrazione di non essere visti abbia a che fare invece con il desiderio innato di essere amati? Ecco, non è sostituendoci agli altri che ci faremo amare e saremo felici.

7. La felicità non la si merita, la si vive

La vita non è una gara a ostacoli o un livello di un videogioco in cui vincere un premio. È un percorso assolutamente personale, in cui non dobbiamo meritarci una gioia, un momento felice, pensarci soddisfatti. Essere felici fa parte della natura umana, ne è una condizione per la sopravvivenza e per la qualità del nostro futuro e delle relazioni con le persone che amiamo. Non è accessoria, bensì una necessità di cui essere responsabili in prima persona.

22/03/2023 14:15:48 Andrea Sperelli


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