Mark David Chapman è forse il caso più noto di fan di una persona famosa trasformatasi in stalker e assassino della stessa. Chapman uccise John Lennon a New York nel 1980, dopo aver idolatrato per anni il leader dei Beatles.
Un gruppo di ricercatori americani ha pubblicato su Plos One uno studio sui meccanismi che trasformano un semplice fan in uno stalker e potenzialmente in un assassino di vip.
Lo studio è stato realizzato su un campione formato da 596 studenti universitari ai quali è stato chiesto di compilare una serie di questionari, alcuni dei quali erano stati sviluppati in studi precedenti per misurare gli atteggiamenti e i comportamenti delle persone.
I fattori inizialmente associati allo stalking di celebrità erano la rabbia, la ricerca del brivido e i diversi tipi di attaccamento relazionale.
In realtà, sono emersi altri fattori più rilevanti. Dall’analisi delle risposte è scaturita la maggiore presenza di altri elementi associati a una maggiore probabilità di diventare stalker: avere frequenti pensieri su una celebrità preferita, sentirsi continuamente spinti a saperne di più sul proprio idolo, perseguitarlo con insistenza, minacciare di fargli del male e, molto più banalmente, annoiarsi.
L’aspetto interessante è che le persone sembravano avere meno probabilità di diventare stalker quando il fulcro della loro ammirazione era costituito dalle capacità artistiche della celebrità.
Come a dire che quando la passione per un personaggio famoso è stabilita su una base concreta – il talento in questo caso – allora il rischio di sviluppare un’ossessione si riduce, mentre aumenta quando è collegata ad aspetti aleatori. Non a caso Chapman ha sempre dichiarato di aver agito contro Lennon perché il modo di vivere dell’artista lo offendeva: il lusso di cui si circondava Lennon non era per Chapman compatibile con le idee che il cantante diffondeva attraverso i suoi testi.
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