Le carenze nutrizionali riducono la fertilità

Pericolose sia la denutrizione che la sovranutrizione

“Quando si ricerca una gravidanza le abitudini alimentari e gli stili di vita sono fondamentali per aumentare le possibilità di concepimento e la nascita di un bambino sano”, spiega il dottor Domenico Carone, Specialista in Ginecologia e Ostetricia con Indirizzo in Fisiopatologia della Riproduzione Umana e Coordinatore Medico di Clinica Eugin Taranto.
“Sia nell'uomo che nella donna, le carenze nutrizionali incidono fortemente sulla qualità dei gameti e sulle possibilità di concepimento, sia in caso di gravidanza spontanea che ottenuta mediante la procreazione medicalmente assistita (PMA)”, conclude Carone.
“L'OMS ha definito la malnutrizione come “uno stato di squilibrio, a livello cellulare, fra il rifornimento di nutrienti e di energia - troppo scarso o eccessivo - e il fabbisogno del corpo per assicurare il mantenimento, le funzioni, la crescita e la riproduzione". Questo squilibrio può manifestarsi sia in condizioni di denutrizione che di sovranutrizione: infatti, carenze di macronutrienti (come proteine o acidi grassi mono- e poli-insaturi) o di micronutrienti (come vitamine e minerali) possono verificarsi in entrambe le condizioni, e non solo nella denutrizione, come spesso si pensa”, afferma la dottoressa Claudia Banfi, Biologa Nutrizionista presso Clinica Eugin. “La cosiddetta “Western diet” - ricca di acidi grassi saturi, zuccheri semplici e sale - è caratterizzata da alimenti ad alta densità calorica ma a bassa densità di micronutrienti”.
L'insufficiente apporto proteico, minerale e vitaminico può seriamente mettere a rischio la salute di un individuo, salute riproduttiva inclusa. Una carenza di molecole antiossidanti quali vitamina C, vitamina E, vitamina A e glutatione, sposta l'equilibrio esistente fra specie antiossidanti e specie radicaliche a favore delle seconde. Si instaura in questo modo una condizione definita “stress ossidativo”, correlata a ridotta fertilità sia maschile che femminile.
Nell'uomo, lo stress ossidativo determina danni a carico del DNA spermatico incrementandone la frammentazione e a carico delle membrane lipidiche, con conseguente riduzione di qualità spermatica: minore concentrazione spermatica nel liquido seminale, ridotta motilità totale e progressiva degli spermatozoi nonché ridotta vitalità.
Nella donna ciò si traduce in un aumentato rischio di aborto e di anomalie nello sviluppo fetale. Lo stress ossidativo determina inoltre alterazioni a carico dei cicli mestruali, riduzione della riserva ovarica (in particolare, riduzione dell'ormone anti-Melleriano o AMH e aumento dell'ormone follicolo-stimolante o FSH), riduzione della funzionalità ovarica nonché del numero e della qualità ovocitaria.
La maggior parte dei micronutrienti (quali vitamine del gruppo B, vitamina A, ferro, zinco, selenio, iodio, magnesio, calcio) è inoltre coinvolta in processi chiave quali embriogenesi, impianto e placentazione, andando ad interferire nelle possibilità di concepimento e di procreazione, sia che si tratti di gravidanza spontanea che mediante PMA.
Le vitamine del gruppo B sono numerose, così come numerose sono le vie attraverso le quali influenzano la fertilità. Quella di cui si sente più parlare in relazione a fertilità e gravidanza è la vitamina B9, conosciuta anche come acido folico (o folato): la sua supplementazione viene consigliata a tutte le donne - dal periodo preconcezionale fino al termine della gravidanza - per prevenire, nel feto, difetti del tubo neurale quali spina bifida e anencefalia. Insieme alle vitamine B12, B6 e B2, la vitamina B9 è implicata in altre importanti vie metaboliche, come il metabolismo dell'unità monocarboniosa, via metabolica coinvolta nella metilazione del DNA, dunque nella regolazione epigenetica e nella salute a lungo termine del nascituro. Una dieta carente di queste vitamine può alterare la metilazione del DNA fetale e indurre un inadeguato fetal programming. Inoltre, carenze di questi micronutrienti, oltre che di zinco e betaina, possono determinare problemi riproduttivi, quali ipofertilità, distacco placentare, aborti spontanei ricorrenti, ridotta crescita fetale, preeclampsia e malformazioni congenite. Sembrano inoltre associate a scarso numero di spermatozoi, scarso numero di follicoli antrali, scarso numero di ovociti recuperati al pick up, scarsa qualità embrionale, fallimento della fecondazione in vitro (ICSI).
La vitamina B12, insieme alla vitamina B6, sembra proteggere da aborti spontanei.
La vitamina B1 (o tiamina) è importante per l'ispessimento endometriale in vista dell'impianto dell'embrione, mentre la vitamina B2 (riboflavina) gioca un ruolo chiave nel sostenere la detossificazione epatica. Infine, diversi studi negli ultimi anni hanno evidenziato come gli inositoli (noti in passato anche come vitamina B7) siano in grado di migliorare l'ovulazione, e più in generale la fertilità, nelle donne con sindrome dell'ovaio policistico (PCOS).
Una carenza piuttosto frequente nella popolazione generale è quella che riguarda la vitamina D, un ormone steroideo prodotto principalmente a livello cutaneo grazie all'esposizione alla luce solare, con meno del 20% proveniente da fonti alimentari. Recentemente il suo recettore (VDR) è stato trovato a livello di ovaie, utero, placenta e testicoli, nonché a livello di ipotalamo e ipofisi, suggerendo un suo ruolo nella fisiologia riproduttiva. Un numero crescente di prove suggerisce come livelli carenziali siano associati a manifestazioni tipiche della sindrome dell'ovaio policistico (PCOS) - tra cui anovulazione, iperandrogenismo e insulino resistenza - e come la sua integrazione, volta a ripristinare valori circolanti ottimali, sia in grado di migliorare la ciclicità mestruale, l'iperandrogenismo e vari aspetti metabolici di questa sindrome.
Alcuni studi hanno evidenziato una correlazione positiva fra livelli sierici di vitamina D e di AMH: una carenza della prima sembrerebbe associata a una riserva ovarica inferiore, sebbene questo aspetto vada indagato ulteriormente. Da altri studi è emerso come la vitamina D - attraverso il legame al suo recettore endometriale e la modulazione del sistema immunitario, aspetto cruciale durante l'impianto embrionale - possa aumentare la ricettività dell'endometrio e dunque la possibilità di gravidanza.
Diversi studi sottolineano infine l'importanza di questa vitamina in gravidanza poiché coinvolta nello sviluppo placentare e nel fetal programming.
“È doveroso sottolineare che gli studi finora condotti su vitamina D e fertilità giungono a risultati eterogenei e talvolta contrastanti. Sebbene la carenza di vitamina D sembra possa essere dannosa per la fertilità, non è chiaro se livelli più elevati conferiscano benefici aggiuntivi una volta raggiunta la sufficienza”. Spiega il dottor Carone. “Inoltre, per quanto sia importante individuare queste carenze nel minor tempo possibile, si sconsiglia sempre il fai-da-te, soprattutto per quanto riguarda l'assunzione di eventuali integratori. Se in alcuni casi possono essere solo inutili e superflui, in altri potrebbero essere dannosi, per esempio interferendo con eventuali farmaci assunti: per questo motivo si consiglia di confrontarsi sempre con lo specialista di riferimento, che saprà guidare verso la scelta più razionale”.

06/02/2023 09:30:28 Andrea Sperelli


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