Il dimagrimento localizzato esiste?

I ricercatori si domandano se è possibile dimagrire in alcune zone specifiche

Uno dei principali obiettivi di chi vuole rimettersi in forma è perseguire il cosiddetto dimagrimento localizzato, ma è davvero possibile ottenerlo? Il dimagrimento localizzato è in realtà una teoria non confermata scientificamente, ma soltanto ipotizzata.
La base di ogni dimagrimento è il consumo di energia in misura maggiore rispetto alla sua acquisizione attraverso ciò che mangiamo e beviamo. Il dispendio energetico è costituito da 3 pilastri: il metabolismo basale, ovvero la quantità di energia necessaria per mantenere il corpo in funzione a riposo, quindi la respirazione, il mantenimento della temperatura corporea, il funzionamento degli organi; la termogenesi del cibo, cioè l'energia necessaria a digerire gli alimenti ingeriti; e infine l'attività fisica.
Se consumiamo più calorie di quante ne introduciamo nell'organismo, allora si avrà un dimagrimento. Ma come indirizzarlo dove più ci interessa? Nella maggior parte dei casi, le persone accumulano il grasso negli stessi punti, cioè sull'addome, nelle cosce e nei glutei, con differenze fra i due sessi. Gli uomini ingrassano soprattutto sulla pancia, mentre il grasso nelle donne si distribuisce in particolare su fianchi e glutei.
Ma gli ormoni variano da soggetto a soggetto e questo influenza il punto in cui il grasso viene immagazzinato. «Esattamente come non possiamo scegliere dove il nostro corpo immagazzina il grasso non possiamo scegliere dove perderlo», commenta su The Conversation Christopher Gaffney, fisiologo all'Università di Lancaster.
In linea generale, quando dimagriamo cominciamo a perdere grasso nelle zone del corpo in cui si concentra di più. L'idea di chi vuole liberarsi del grasso sulla pancia è quella di fare gli addominali per perdere più grasso in quella zona. Ma le prove che questa attività fisica funzioni veramente non sono verificate.
Durante il dimagrimento il corpo comincia a scomporre il grasso immagazzinato in acidi grassi che entrano nel flusso sanguigno e arrivano ai muscoli in movimento dove vengono bruciati come carburante per l'esercizio.
Secondo uno studio del 2021, chi esegue addominali per 12 settimane ottiene un calo del grasso addominale maggiore rispetto a chi esegue esercizi generici di resistenza in altre aree del corpo. Questo perché la lipolisi - cioè la combustione del grasso - è maggiore nel tessuto adiposo vicino al muscolo esercitato. Ma diversi esperti si mostrano scettici: «Un aumento locale della lipolisi è solo il primo dei molti passaggi necessari per spostare il grasso nel sangue dove può essere utilizzato dai muscoli per produrre energia, portando infine alla perdita di peso. L'aumento locale della lipolisi non equivale quindi alla riduzione del grasso localizzato. Lavorare su un singolo gruppo muscolare tra l'altro coinvolge meno muscoli e brucia meno calorie rispetto a esercizi per tutto il corpo ed è quindi improbabile ottenere una perdita di peso complessiva», conclude Christopher Gaffney.
«Il dimagrimento localizzato è un tema dibattuto da anni - ricorda Gianfranco Beltrami, vicepresidente della Federazione Italiana Medico sportiva -. Se i detrattori sostengono che il muscolo quando lavora non preleva come substrato energetico il grasso del tessuto adiposo sovrastante col quale non vi è comunicazione ma ricava l'energia dal sangue o dai depositi presenti all'interno delle fibre muscolari, è d'altro canto di comune osservazione nel mondo dello sport vedere atleti con aree del corpo più magre nelle zone in cui i muscoli lavorano di più. L'esempio tipico sono i ciclisti amatoriali che presentano gambe magrissime e ben definite e magari un po' di pancetta. La ragione di questo fenomeno - aggiunge Beltrami - è da imputare prevalentemente allo stimolo circolatorio indotto dall'allenamento, che favorisce l'afflusso di ormoni lipolitici (l'adrenalina e catecolamine) che stimolano la mobilizzazione e il consumo del grasso. Da non sottovalutare anche un aumento della termogenesi, vale a dire del calore localizzato nelle zone in cui i muscoli lavorano».
Quindi c'è qualcosa da fare per promuovere il dimagrimento localizzato? La chiave sarebbe nel favorire la circolazione sanguigna in tutto il corpo.
«Vanno alternati esercizi nella zona interessata dall'accumulo adiposo con altri esercizi in zone anche distanti - suggerisce il medico sportivo - evitando di insistere per tempi lunghi e con elevate intensità di carico sulle zone in cui si richiede il dimagrimento in quanto l'accumulo di acido lattico favorisce l'acidosi e il ristagno venoso e di conseguenza un possibile rallentamento circolatorio che ostacola lo smaltimento del grasso».
All'attività fisica va associata un'alimentazione ipocalorica, e sarebbe inoltre vantaggioso praticare attività fisica a digiuno quando le riserve di glicogeno sono già state in massima parte utilizzate, così da ricorrere più precocemente all'utilizzo dei grassi come fonte energetica.

20/01/2023 14:38:32 Andrea Piccoli


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