Uno studio italiano si è chiesto quanto tempo occorra alle atlete che hanno partorito prima di poter competere di nuovo a livello agonistico nel proprio sport. Lo studio, pubblicato sull'Italian Journal of Gynaecology & Obstetrics, ha analizzato 55 atlete del Coni che hanno partorito fra le Olimpiadi del 2000 e quelle del 2016. L'età media al momento del parto era di 31 anni, più o meno simile all'età media generale delle partorienti italiane, che è di 32 anni.
Lo studio si è basato su questionari e analisi dello staff medico del Coni e ha registrato aumenti di peso, durata e qualità del sonno ed eventuali disturbi urogenitali. Le discipline sono state classificate come abilità , potenza e resistenza.
Durante la gravidanza e il post-partum sono stati valutati il numero e il tipo di sessioni di allenamento svolte. In media, le atlete sono tornate alle competizioni 7 mesi dopo la nascita del bambino, e il 50,6% di loro è tornato a gareggiare a livello internazionale. Dati che dimostrano come le atlete abbiano continuato ad allenarsi anche durante la gravidanza.
L'attività sportiva va vista come uno strumento per la salvaguardia della salute delle donne incinte. In assenza di controindicazioni specifiche, la prescrizione dell'esercizio fisico in gravidanza deve seguire le stesse regole utilizzate per la popolazione generale. Ovviamente devono essere prese in considerazione le modificazioni anatomiche, ormonali, metaboliche, cardiovascolari e polmonari tipiche della condizione.
Durante la gravidanza, le atlete riducono la frequenza degli allenamenti, ma il cambiamento maggiore riguarda la tipologia degli esercizi svolti. Gli esercizi di resistenza, ad esempio, possono essere mantenuti anche durante il terzo trimestre di gravidanza con un'intensità ridotta, producendo miglioramenti evidenti nella forma fisica delle donne incinte.
Fonte: Italian JOG
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