Il nostro corpo non ne vuole sapere di dimagrire e fa di tutto per non perdere il “prezioso†carico di grasso che si porta dietro. C'è un chiaro motivo evoluzionistico nella difficoltà che abbiamo di perdere peso: la grande disponibilità di cibo a livello generale è conquista recente, neanche un centinaio di anni, un soffio in termini di evoluzione umana.
Per questo, anche quando corriamo il nostro organismo si attrezza per perdere la minor quantità possibile di calorie, adottando un ritmo costante e non troppo dispendioso. A scoprirlo è una ricerca della Queen's University di Kingston pubblicata su Current Biology.
Gli scienziati sono giunti alla conclusione che quando una persona corre segue un ritmo inconscio, finalizzato al minimo consumo energetico. Sono stati analizzati i dati di 46.000 corridori fra i 16 e gli 83 anni e un totale di 28.000 ore di corsa raccolti grazie a smartband indossate dai volontari. Gli scienziati hanno calcolato la velocità ideale in base al consumo di ossigeno grazie a dati forniti da 26 persone che hanno corso sul tapis roulant.
È emerso che viene mantenuta costantemente la stessa andatura, quella cioè che fa bruciare meno calorie e fa stare meglio. Quando il ritmo si alza, aumenta il consumo di energia, ma in genere dopo un po' l'andatura diminuisce. «Ridurre al minimo il dispendio energetico - commenta Jessica Selinger, autrice principale dello studio, ricercatrice al Dipartimento di Ingegneria Meccanica e dei Materiali alla Queen's University - comporta vantaggi in chiave evolutiva perché permette di coprire distanze maggiori consumando meno calorie. Del resto condividiamo questa caratteristica con altri animali, che si tratti di uccelli che volano, cavalli che galoppano o pesci che nuotano. Ci sono prove in natura che tutti ci muoviamo in modo da risparmiare calorie. Anche se i corridori di oggi non rischiano la carenza di cibo, come i nostri antenati, si comportano comunque in modo da aderire al dettato evolutivo che induce al risparmio energetico».
Quindi correre per dimagrire è tempo perso? Non proprio, secondo Gianfranco Beltrami, vicepresidente della Federazione Italiana Medico Sportiva: «Ideale ai fini del dimagrimento sarebbe associare alle sessioni di corsa alcune di palestra con i pesi, in modo da mantenere la massa muscolare e non rischiare di catabolizzarla (uno degli effetti del catabolismo muscolare è il “consumo†dei muscoli, ndr) a causa della corsa e di una eventuale concomitante diminuzione dell'introito di calorie e proteine».
Si può inoltre compensare il meccanismo di risparmio semplicemente concentrandosi per correre a un passo più sostenuto. Impresa ormai neanche tanto difficile grazie all'ausilio di smartwatch e smartband che accompagnano l'allenamento di ognuno di noi. Fra i trucchetti da adottare c'è anche la scelta di un compagno di corsa più veloce di noi e l'ascolto di musica ritmata.
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