Pare che alla base della balbuzie non ci sia un problema genetico, ma una questione «meccanica», ovvero la riduzione dell'afflusso di sangue alle regioni del cervello preposte all'elaborazione del linguaggio.
A elaborare l'ipotesi è uno studio del Children's Hospital di Chicago pubblicato su Human Brain Mapping. L'area del cervello interessata sarebbe quella di Broca della corteccia frontale, dove nascono le frasi, e il lobo posteriore, dove vengono rielaborate le parole pronunciate dagli altri.
I ricercatori hanno monitorato il flusso sanguigno di particolari regioni del cervello servendosi della spettroscopia protonica.
Il team diretto da Bradley Peterson ha valutato così l'attività neuronale, arrivando a «risultati decisamente sorprendenti che aprono una nuova finestra sul cervello».
Finora si era pensato che l'origine della balbuzie fosse genetica o legata a dinamiche psicologiche.
In tutto il mondo si registrano circa 70 milioni di persone affette da balbuzie, disturbo molto più comune fra gli uomini, che hanno 4 volte più probabilità di soffrirne. Il trattamento è di norma legato a una terapia del linguaggio, ma la nuova scoperta potrebbe aprire la strada a un nuovo approccio terapeutico.
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