Alcune infezioni possono contribuire all'insorgenza di patologie autoimmuni come la sclerosi multipla.
Sono alcuni anni che i ricercatori analizzano la possibilità di un ruolo del virus di Epstein-Barr nel processo di insorgenza della sclerosi multipla. L'ultimo studio, pubblicato su Pnas da un team della University of Texas Health Science Center di Houston, ne rivela il meccanismo e attribuisce alla risposta immunitaria dell'organismo al virus lo scatenarsi della malattia.
Nel 2022 due lavori pubblicati su Science e Nature sembravano confermare la correlazione tra sclerosi multipla e l'Epstein-Barr virus. Il primo studio a dimostrare che effettivamente una relazione tra la sclerosi multipla e l'Ebv poteva esistere è stato quello condotto da Alberto Ascherio dell'Harvard T.H. Chan School of Public Health, lo scorso febbraio, sostenuto in parte dal National institute of neurological disorders and stroke (Ninds) del Nih e pubblicato ancora su Nature. Ma non solo, precedenti ricerche avevano dimostrato una connessione tra virus e malattie neurodegenerative.
Ma se grazie a questi lavori l'infezione da Ebv è stata associata alla sclerosi multipla, restava ancora un mistero il modo in cui il virus contribuisce alla malattia. Oltre il 95% delle persone è stato infettato da questo virus molto comune. Tuttavia, in genere rimane allo stadio latente e non causa alcun problema. In alcuni casi, però, i linfociti T specifichi per l'infezione da Ebv possono causare problemi. . “L'ipotesi - spiegano i ricercatori guidati da William Lindsey - è che una frazione importante dei cloni espansi di linfociti T nel liquido cerebrospinale (Csf) sia specifica per le cellule B autologhe infette da Ebv”.
Nel recente studio condotto da Assaf Gottlieb gli esperti hanno dimostrato che i linfociti T specifici per le cellule infettate dall'Ebv sono presenti in numero elevato nel liquido cerebrospinale nei pazienti con sclerosi multipla in fase iniziale. I ricercatori hanno ottenuto campioni di sangue e liquido cerebrospinale da otto pazienti in fase di diagnosi di sclerosi multipla recidivane-remittente. Hanno poi stimolato le cellule del sangue dei pazienti con linee cellulari linfoblastoidi (Lcl) autologhe infette da virus Ebv, il virus della varicella zoster, dell'influenza e la candida.
Hanno poi osservato che le cellule T nel liquido cerebrospinale dei pazienti affetti da sclerosi multipla rispondono al virus Ebv. In media, il 13% delle cellule T nel liquido cerebrospinale delle persone con i primi sintomi di sclerosi multipla è specifico per i linfociti B infettati da Ebv, dimostrando un chiaro legame tra Ebv e sclerosi multipla.
“Questo lavoro dimostra che le cellule T specifiche per i linfociti B Lcl sono presenti nel liquido cerebrospinale nelle prime fasi della malattia”, spiegano gli autori. “Questo suggerisce fortemente che queste cellule stanno causando la malattia o vi stanno contribuendo in qualche modo. Abbiamo esperimenti in corso per definire cosa potrebbero fare queste cellule”.
Anche due studi di un'équipe di ricerca di Microbiologia del Dipartimento di Scienze Biomediche dell'Università di Sassari, guidata dal prof. Leonardo Sechi, pubblicati su Scientific Reports sembrano confermare questa tesi, affermando inoltre il possibile ruolo di un batterio nell'insorgenza di un'altra malattia autoimmune, il diabete di tipo 1.
Il Mycobacterium avium subspecies paratubercolosis (Map), ossia il batterio che causa la Paratubercolosi nei ruminanti, e il virus Epstein-Barr, responsabile della mononucleosi infettiva nell'uomo, sono stati infatti associati dai ricercatori rispettivamente al diabete di tipo 1 e alla sclerosi multipla, sulla base di studi che vanno avanti da anni e che gli ultimi esperimenti hanno avvalorato.
«La scoperta indica la necessità di dotarsi di piani efficaci di controllo delle infezioni, in particolare della Paratubercolosi - spiega Leonardo Sechi -. Infatti, il Map è un patogeno altamente resistente, diffuso in circa il 50-60 per cento degli allevamenti in Sardegna».
L'articolo più recente riguarda l'associazione fra il Map, il virus di Epstein-Barr (EBV) e antigeni omologhi dell'uomo coinvolti nella sclerosi multipla (la proteina basica della mielina e l'IRF5).
«Lo studio ha evidenziato la presenza di anticorpi contro questi antigeni sia nel sangue periferico, sia nel liquido cerebrospinale dei pazienti affetti da sclerosi multipla - spiega il dott. Giuseppe Mameli, ricercatore del Dipartimento di Scienze Biomediche e primo autore dell'articolo -. Inoltre è stata osservata una produzione intratecale di anticorpi che mette in evidenza l'importanza del ruolo dei linfociti B (le cellule che producono anticorpi) nella malattia».
Il primo articolo è incentrato invece sul rapporto tra il Mycobacterium avium subspecies paratubercolosis e il diabete di tipo 1. Prima autrice la dott.ssa Magda Niegowska.
«La ricerca sta andando avanti rapidamente e contiamo di estendere lo studio all'età pediatrica anche per ciò riguarda il rapporto tra il Map, l'EBV e la sclerosi multipla», conclude il prof. Sechi.
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