Osteosarcoma, speranza dalle foglie di agave

L'estratto mina la vitalità delle cellule tumorali

Una nuova speranza per i malati di osteosarcoma. Un estratto di foglie di Agave ha dimostrato efficacia nel contrasto delle cellule tumorali prodotte dal tumore, inibendone la vitalità e riducendone la capacità migratoria nell'organismo.
A dimostrarlo è uno studio condotto dall'Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma, i cui scienziati hanno pubblicato su Cancer Letters i risultati della ricerca.
“I risultati - spiegano i ricercatori romani - suggeriscono la possibilità di utilizzare l'Agave nel trattamento dell'osteosarcoma in associazione ai presidi chemio e radioterapici convenzionali e potenzialmente anche nei pazienti che hanno sviluppato ricaduta di malattia".
Intanto, un'altra ricerca italiana pone l'accento sull'integrazione di due farmaci a bersaglio molecolare, una combinazione che potrebbe offrire nuove speranze terapeutiche a chi è affetto da osteosarcoma.
A sostenerlo è uno studio pubblicato su Lancet Oncology da un team di ricerca dell'Irccs di Candiolo, in provincia di Torino.
Gli scienziati hanno individuato alcuni oncogeni coinvolti nella proliferazione dell'osteosarcoma, poi hanno sperimentato l'efficacia del farmaco Sorafenib per il rallentamento della diffusione della neoplasia. In caso di resistenza al farmaco, però, si rivela una buona opzione la scelta di Everolimus.
Per questo, i ricercatori di Candiolo hanno voluto sperimentare una terapia combinata a base dei due farmaci, ottenendo nella metà dei casi un buon controllo della malattia e un miglioramento significativo della sintomatologia dolorosa. Nei pazienti che esprimevano alcune proteine specifiche sono stati osservati i risultati migliori, un chiaro segnale di attivazione delle vie metaboliche colpite dai farmaci utilizzati.
I ricercatori precisano che la combinazione dei due farmaci non rappresenta ancora una cura definitiva, ma in ogni caso può migliorare la conoscenza della biologia dell'osteosarcoma e offrire un'alternativa valida a quei pazienti che mostrano resistenza ai trattamenti standard.

20/03/2019 11:50:00 Andrea Piccoli


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