Cancro al seno, la presenza di linfociti è un buon segno

L'alta concentrazione di linfociti nel tessuto neoplastico riduce le recidive

Una presenza consistente di linfociti (Tils) nel tessuto neoplastico dei tumori al seno triplo negativo ha l'effetto di ridurre in maniera significativa il rischio di recidiva e di migliorare la sopravvivenza.
A evidenziarlo è uno studio pubblicato sul Journal of the American Medical Association da un team della Mayo Clinic di Rochester e dell'Istituto Gustave Roussy di Parigi.
I ricercatori hanno seguito il decorso di quasi 2.000 pazienti colpite dalla forma più aggressiva di cancro al seno. Le donne sono state tutte operate e in alcuni casi trattate con la radioterapia, ma senza chemio. Le donne che avevano una presenza più alta di linfociti nel tessuto canceroso mostravano una sopravvivenza a 5 anni dall'intervento superiore del 13% rispetto a quelle che non avevano questa caratteristica.
“Il risultato è importante - spiega Roberto Leon Ferre, oncologo della Mayo Clinic e primo autore del lavoro - perché evidenzia il potenziale ruolo prognostico dei linfociti infiltranti il tumore anche quando la chemioterapia non viene somministrata. Da qui ora si può partire per valutare se i pazienti con una prognosi più favorevole, legata alla maggiore presenza del biomarker in questione, possano evitare di sottoporsi alla chemioterapia”, chiarisce l'esperto.
Il tumore al seno triplo negativo rappresenta il 15% delle nuove diagnosi e si caratterizza per la sua crescita rapida, la capacità di diffondersi al di fuori della ghiandola mammaria e il maggior tasso di recidiva rispetto ad altri tipi di cancro alla mammella.
La scoperta è importante non solo dal punto di vista prognostico, ma anche perché apre a nuove possibili cure. La Food and Drug Administration ha autorizzato la prima terapia di questo tipo per il melanoma metastatico. Ma la comunità scientifica è al lavoro per utilizzare i Tils come possibile opzione di cura anche per altri tumori solidi: a partire da quelli in cui finora le altre forme di immunoterapia non hanno dato i risultati sperati.
La quantità di linfociti infiltranti il tessuto tumorale non è al momento misurata nel corso dell'esame istologico effettuato su un campione di tumore al seno triplo negativo.
La decisione sull'eventuale prescrizione della chemioterapia si basa soltanto sulle dimensioni del tumore e sul possibile coinvolgimento dei linfonodi. Ora però potrebbe entrare a far parte della valutazione anche il dosaggio dei Tils per aumentarne l'accuratezza.
“Includere la quantificazione dei linfociti infiltranti il tumore nel referto fornito dal patologo che esamina un caso di tumore al seno triplo negativo allo stadio 1 offrirebbe uno strumento in più al clinico per valutare il trattamento più opportuno da riservare alla singola paziente”, è la conclusione dei ricercatori.

05/04/2024 10:10:00 Andrea Sperelli


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