L'utilizzo del farmaco adiuvante pembrolizumab in caso di melanoma in stadio III-IV ha l'effetto di allontanare il momento della ricomparsa della malattia dopo l'intervento chirurgico.
Secondo uno studio pubblicato su Jama Oncology, i pazienti che hanno ricevuto pembrolizumab mostrano una migliore qualità di vita rispetto a quelli che hanno assunto ipilimumab o interferone ad alte dosi.
I nuovi risultati sulla qualità della vita provengono da un'analisi pianificata degli esiti riportati dai pazienti (PRO) raccolti durante lo studio stesso. «Quando i pazienti e i loro medici stanno cercando di valutare i compromessi tra l'efficacia del trattamento e la qualità della vita è fondamentale tenere rigorosamente conto dell'esperienza dei pazienti rispetto al loro trattamento», afferma Joseph Unger del Fred Hutchinson Cancer Center di Seattle, primo autore del lavoro.
I pazienti hanno compilato dei questionari sulla loro qualità di vita in 5 punti temporali durante il trattamento e a 24 settimane e 48 settimane dopo la fine della terapia.
L'endpoint primario per l'analisi della qualità della vita è stato il Functional Assessment of Cancer Therapy—Biologic Response Modifiers—Trial Outcome Index (FACT-BRM-TOI). È emerso che entro 13 settimane dall'inizio del trattamento i punteggi medi tra i bracci erano notevolmente divergenti, tanto che il punteggio medio FACT-BRM-TOI nel braccio pembrolizumab era pari a 90,3, mentre nel braccio di controllo a 80,6, con una differenza statisticamente e clinicamente significativa in favore di pembrolizumab.
Sapna Patel dell'MD Anderson Cancer Center dell'Università del Texas, autore senior dello studio, ha confrontato questi risultati sulla qualità della vita con quelli di un recente studio su pembrolizumab adiuvante in pazienti con melanoma in stadio III, KEYNOTE 054. «Il team KEYNOTE 054 ha presentato i risultati sulla qualità della vita relativi alla salute a lungo termine dal loro studio su pembrolizumab adiuvante rispetto al placebo, e per loro non ci sono state differenze nei punteggi relativi alla qualità della vita in tutti i punti temporali. Ciò è in contrasto con il nostro studio. La differenza fondamentale è che noi abbiamo confrontato pembrolizumab con un controllo attivo che ha avuto sostanziali impatti negativi sulla qualità della vita, non con un placebo», conclude Patel.
Fonte: JAMA Oncology 2022. Doi: 10.1001/jamaoncol.2022.5486
Jama Oncology
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