Nella scala dell'intensità del dolore percepito è seconda solo a quello provocato dal parto. Stiamo parlando della colica renale, che trascina al pronto soccorso centinaia di persone ogni giorno.
Secondo le stime, almeno un italiano su 10 ha provato nel corso della vita questa non invidiabile esperienza. Ora una ricerca pubblicata sul Journal of the American Society of Nephrology ha individuato un sistema per capire chi è maggiormente a rischio di una ricaduta.
Gli scienziati del Mayo Clinic Urology Research Center hanno raccolto i dati di oltre 2200 pazienti che hanno subito una colica renale fra il 1984 e il 2003, studiando i casi di chi ha avuto un secondo episodio entro il 2012 per cercare di individuare le caratteristiche ricorrenti.
Ne è scaturito un test composto da 11 domande che riesce a predire la probabilità di una nuova colica renale nell'arco di 2, 5 o 10 anni.
Tra i fattori di rischio vi è il fatto di essere giovani e maschi, avere parenti stretti che hanno sofferto di calcolosi o avere avuto in passato coliche renali, anche se il calcolo non è mai stato individuato.
Andrew Rule, uno degli autori, spiega: “scoprire chi rischia maggiormente le recidive significa poter consigliare diete specifiche e terapie farmacologiche preventive solo a chi ne ha davvero bisogno, tranquillizzando chi invece, con buona probabilità, non avrà mai un altro calcolo”.
Il tasso di recidiva entro tre anni dal primo episodio è molto alto, intorno al 40-50 per cento. Effettivamente la familiarità è molto importante, dal momento che i calcoli di ossalato di calcio sono causati per il 50 per cento dei casi da fattori genetici.
Da verificare la possibilità che la calcolosi sia legata a un'altra malattia, ad esempio l'iperparatiroidismo, le malattie infiammatorie croniche intestinali e alcuni difetti renali.
A rischiare sono anche quei pazienti che soffrono di sindrome metabolica, una condizione che provoca alterazioni della resistenza all'insulina e un'urina più acida, la quale favorisce la precipitazione di alcuni sali.
In assenza di questi problemi, è bene comunque adottare dei piccoli ma efficaci accorgimenti per ridurre il rischio, ovvero bere molto per diluire al massimo le sostanze che tendono a precipitare formando i sassolini nelle vie urinarie, ridurre il consumo di sale e bevande zuccherate e seguire una dieta che preveda il giusto apporto di vegetali e un basso consumo di proteine animali.
Evitare completamente i cibi che contengono calcio è invece inutile se non controproducente, perché con poco calcio in circolo, cresce l'assorbimento intestinale di ossalato, che favorisce la formazione dei calcoli ancora più del calcio stesso.
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