Tubercolosi ko grazie all'aceto

Evidenziato potere disinfettante notevole contro il Mycobacterium tubercolosis

L'aceto potrebbe rappresentare una valida opzione terapeutica nei confronti della tubercolosi. A dirlo è uno studio nato dalla collaborazione fra ricercatori venezuelani, francesi e statunitensi che ha segnalato la capacità dell'acido acetico di eliminare i micobatteri, compresi quelli resistenti ai farmaci come il Mycobacterium tubercolosis, che scatena la tubercolosi. L'aceto potrebbe rivelarsi utile anche per debellare altre malattie provocate da micobatteri, ad esempio le zoonosi, patologie infettive trasmesse dagli animali all'uomo.
Il dott. Howard Takiff, primo autore dello studio e responsabile del Laboratorio di Genetica Molecolare presso l'Istituto Venezuelano di Investigazione Scientifica (IVIC) a Caracas, spiega: “i micobatteri sono noti per causare la tubercolosi e la lebbra, ma micobatteri che non appartengono alla tubercolosi sono comuni nell'ambiente, anche nell'acqua di rubinetto e sono resistenti ai disinfettanti. Quando si contaminano i siti di intervento chirurgico o quelli in cui vengono eseguite procedure cosmetiche, questi causano gravi infezioni. Sono intrinsecamente resistenti alla maggior parte degli antibiotici, richiedono mesi di terapia e possono lasciare cicatrici deformanti. Molte procedure cosmetiche vengono eseguite al di fuori di ambienti ospedalieri nei paesi in via di sviluppo, dove disinfettanti efficaci non sono disponibili. Questi batteri sono patogeni emergenti. Come si fa a sbarazzarsi di loro?”, si chiede Takiff.
Una borsista del dott. Takiff, Claudia Cortesia, ha notato la capacità dell'aceto di resistere ai micobatteri. L'esperimento prevedeva lo scioglimento di un farmaco nell'acido acetico prima di utilizzarlo contro i micobatteri, ma la ricercatrice ha scoperto che lo stesso effetto era ottenibile anche senza l'uso del medicinale. L'acido acetico, da solo, aveva eliminato i microrganismi.
“Dopo la prima osservazione di Claudia, abbiamo testato le concentrazioni minime e tempi di esposizione che possono uccidere i diversi micobatteri”, ha spiegato Takiff.
Alcuni ricercatori dell'Albert Einstein College of Medicine di New York sono stati chiamati a collaborare alla ricerca e hanno testato diversi ceppi di TBC, scoprendo che l'esposizione a una soluzione al 6 per cento di acido acetico per 30 minuti era sufficiente per eliminare il batterio della tubercolosi.
Si tratta di un dosaggio relativamente basso, se si pensa che l'aceto che utilizziamo tutti i giorni per condire l'insalata ha una concentrazione di acido acetico di poco inferiore, pari al 4-5 per cento.
Il dott. Takiff ha poi continuato le sue ricerche nel laboratorio di Laurent Kremer presso l'Università di Montpellier, in Francia, esaminando, fra gli altri, anche il temuto batterio M. Abscessus, microrganismo che causa patologie croniche polmonari, infezioni post-traumatiche e malattie cutanee nei pazienti con un sistema immunitario debole. Anche in questo caso, l'acido acetico è riuscito a eliminare il batterio, seppure grazie a una concentrazione superiore, pari al 10 per cento.
“C'è un reale bisogno di disinfettanti meno tossici e meno costosi che possano eliminare la tubercolosi e micobatteri non TB, specialmente nei paesi poveri di risorse”, spiega Takiff.
Stando agli esiti della ricerca, una dose più elevata, pari al 25 per cento, è controproducente perché diviene irritante e hanno in sostanza lo stesso effetto.
“Per ora questa è semplicemente un'osservazione interessante. L'aceto è stato utilizzato per migliaia di anni come disinfettante comune e ci limitiamo ad aver esteso studi del XX secolo sull'acido acetico. Se potrebbe essere utile in clinica o nei laboratori di micobatteriologia per sterilizzare attrezzature mediche o per la disinfezione di culture o campioni clinici, resta da stabilire”, commenta Takiff.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista mBio.

Arturo Bandini


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