Il passare degli anni ci riporta alla condizione infantile, almeno per quanto riguarda la suscettibilità all'influenza. A dirlo è uno studio pubblicato su Nature Immunology da un team del Doherty Institute for Infection and Immunity di Melbourne.
I ricercatori australiani hanno esaminato le killer T cells - le cellule che svolgono un ruolo cruciale all'interno del sistema immunitario - in quattro differenti periodi della vita: neonati, bambini in età scolare, adulti e ultrasessantenni.
In passato si pensava che le stesse cellule T si mantenessero per tutta la durata della vita di un individuo, ma lo studio indica invece che le cellule diventano sempre meno capaci di riconoscere i virus. Carolien Van de Sandt, prima autrice dello studio, spiega che le nuove cellule mostrano profili genetici molto simili a quelli delle cellule T dei neonati, quindi con evidenti limiti nella capacità di riconoscimento dei virus.
"Questo studio segna una svolta nella ricerca su immunità e invecchiamento", scrive la studiosa. "Ha vaste implicazioni e apre a nuove possibilità per lo sviluppo di vaccini più mirati e di terapie su misura per differenti gruppi di età ".
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