Uno studio apparso su Neurology e firmato da ricercatori norvegesi e americani mostra che i titoli accademici proteggono solo in parte dal rischio di demenza in tarda età , mentre gli effetti benefici più rilevanti sono associati a un lavoro creativo e stimolante nella fascia d'età fra i 30 e i 65 anni.
Gli scienziati hanno concluso che chi è laureato ma fa un lavoro poco stimolante ha un grado di protezione dalla demenza paragonabile a chi non è laureato ma in compenso fa un lavoro creativo e stimolante.
I ricercatori hanno usato come parametro l'indice RTI, acronimo di routine task intensity index, ovvero indice della routinarietà del lavoro. Più l'RTI è basso, più il lavoro è stimolante dal punto di vista cognitivo. L'RTI più basso è appannaggio degli insegnanti, mentre un RTI medio-basso è associato ad assistenti d'infanzia e infermieri e un RTI medio-alto a commercianti e venditori.
Purtroppo tra i fattori da calcolare nel rischio di demenza individuati dai ricercatori dello studio di Neurology c'è anche l'occupazione retribuita, soprattutto fra i 45 e i 55 anni, e conta anche il pensionamento e l'assegno di pensione.
Poi vanno considerati lo stato civile, la solitudine percepita e il tempo libero disponibile per attività ricreative come andare al cinema o a teatro. Ci sono poi fattori organici come l'obesità , il diabete e la perdita dell'udito, oltre a abitudini poco salutari come il fumo e la scarsa attività fisica.
«Anche noi abbiamo sottolineato l'importanza di molti di questi fattori nella prevenzione delle demenze nel recente Manifesto One Brain One Health che riassume la strategia italiana per la Salute del Cervello 2023-2031 avviata in parallelo con l'European Academy of Neurology e l'OMS - dice al Corriere della Sera il presidente della Società Italiana di Neurologia SIN, Alessandro Padovani, dell'Università di Brescia -. Riguardo questo studio, peraltro ben condotto, aggiungerei un concetto di prevenzione attraverso quella che si potrebbe definire l'isola antistress: può essere la famiglia o se si è single una relazione amorosa o ancora un luogo ove trascorrere serenamente il weekend o una piccola vacanza, intrattenendo relazioni amichevoli al di fuori dalla routine della vita quotidiana oppure avere un confidente, un amico/a con cui condividere pensieri e preoccupazioni o infine dedicarsi a un'attività culturale o di volontariato. Non a caso vari studi indicano che in tutto il mondo l'isolamento è causa del 4 per cento delle demenze. È provato che l'isolamento porta a depressione, ma risulta anche che ridurre il cortisolo, il cosiddetto ormone dello stress, riduce la depressione che è legata a doppio filo con la demenza e la malattia di Alzheimer per un aumento delle due proteine anomale che caratterizzano questa grave demenza, l'amiloide e la tau. E tale rischio è maggiore nella donna».
Una buona strategia anti-demenza, quindi, dovrebbe prevedere una vita sociale ricca di relazioni e di attività ricreative.
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