Ansia, troppo ferro nel tessuto nervoso

Nuova scoperta di ricercatori italiani sul recettore Tfr2

Le crisi d'ansia sono associate a un aumento della presenza di ferro nel tessuto nervoso. La scoperta è firmata da ricercatori del Neuroscience Institute Cavalieri Ottolenghi (Nico) dell'Università di Torino, che su Scientific Reports hanno pubblicato i dettagli dell'analisi.
Studi precedenti avevano suggerito che il sovraccarico di ferro fosse implicato con l'insorgenza di malattie neurodegenerative. Questo nuovo studio apre invece la strada a nuove possibili terapie per gli stati ansiosi cronici. L'analisi prende in esame in particolare il ruolo del trasportatore Tfr2 nella regolazione del comportamento ansioso e dell'attività dei circuiti nervosi.
In assenza del recettore Tfr2 si registra un aumento del ferro presente nel tessuto nervoso, un picco associato a un'iperespressione dei neuroni nell'ippocampo e nella corteccia prefrontale. Ciò determina uno stato ansioso, perlomeno su modello animale.
Un altro studio ha evidenziato il ruolo del ferro nella malattia di Alzheimer. Il metallo pesante, accumulandosi nelle aree del cervello coinvolte nelle malattie neurodegenerative, faciliterebbe il verificarsi del danno cellulare tramite un aumento dello stress ossidativo.
Finora le due principali colpevoli erano le proteine “tau” e “beta-amiloide” che si accumulano nel cervello dei malati. Si pensa che accumulandosi in eccesso queste proteine avvelenino i neuroni. Invece, secondo il gruppo di George Bartzokis dell'Università di Los Angeles, tau e beta-amiloide sono solo due parti in gioco e non spiegano tutto.
Con una ricerca pubblicata sul Journal of Alzheimer's Disease Bartzokis ha verificato per la prima volta che le regioni neurali danneggiate nell'Alzheimer, come l'ippocampo, sono sovraccariche di ferro nei pazienti ma non nei soggetti sani.
Inoltre il ferro si accumula in maniera proporzionale all'entità del danno cerebrale in dette regioni, mentre non si trova in quantità eccessive in aree neurali non implicate nella malattia.
Sebbene lo studio non dimostri che il ferro è il responsabile del morbo di Alzheimer, secondo i ricercatori i risultati suggeriscono che «possono effettivamente contribuire all'insorgenza della malattia».
Abbassando la quantità di carne rossa e di integratori alimentari di ferro che consumiamo possiamo ridurre la quantità di ferro che si accumula nel cervello, hanno aggiunto i ricercatori.

20/09/2016 16:30:00 Andrea Sperelli


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