Una terapia a base di Car-T potrebbe rivelarsi molto efficace nei confronti del glioblastoma ricorrente. Lo dice uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine da un team del Massachusetts General Hospital di Boston e coordinato da Bryan D. Choi.
Il nuovo approccio terapeutico combina l'attacco mirato contro l'antigene EGFRvIII, tipico del glioblastoma, con una molecola che coinvolge attivamente le cellule T nel riconoscimento del tumore.
Le cellule Car-T, denominate CARv3-TEAM-E, hanno dimostrato di non indurre eventi avversi superiori al grado 3 o effetti tossici limitanti la dose, segnando un significativo progresso nella sicurezza del trattamento.
La regressione tumorale si è manifestata in pochi giorni, anche se la risposta è stata transitoria in due dei tre pazienti trattati. "Questi dati giustificano una futura valutazione delle cellule CARv3-TEAM-E insieme a strategie mirate a migliorare la durata della risposta", spiega Choi, che sottolinea il potenziale delle cellule Car-T non solo nel mediare una risposta antitumorale diretta, ma anche nel superare gli ostacoli imposti dalla natura eterogenea del glioblastoma.
Nel prossimo futuro, quindi, la terapia con cellule Car-T potrebbe offrire una nuova speranza ai pazienti affetti dalla malattia.
Fonte: NEJM DOI: 10.1056/NEJMoa2314390
NEJM
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