Massaggio cardiaco esterno

Massaggio cardiaco esterno

Durante il massaggio cardiaco, il cuore risulta compresso tra due strutture rigide, la colonna vertebrale e lo sterno, e il sangue in esso contenuto viene spinto nei vasi arteriosi come accade per effetto della contrazione sistolica.
Nell'istante in cui cessa la compressione dello sterno si ha la riespansione elastica del torace e del cuore, che ha l'effetto di risucchiare il sangue dai vasi venosi al cuore, come nel normale rilasciamento diastolico. Una volta iniziata la rianimazione cardiopolmonare non dovrete interromperla per più di sette secondi.

Cosa fare:

- localizzate il sito di compressione per il massaggio cardiaco esterno. Utilizzate l'indice e il medio per localizzare il margine inferiore della gabbia toracica, dal lato del torace più vicino a voi. AFate scorrere le dita fino a incontrare lo sterno; tenendo fermo il dito medio con accanto l'indice, affiancate il palmo dell'altra mano fino a incontrare le due dita. Questo è il punto di compressione;
- effettuate le compressioni con una frequenza di 80-100 al minuto. Sovrapponete le mani con il palmo verso il basso al di sopra del punto di compressione. Qui è illustrata la corretta posizione delle mani. Irrigidite braccia e gomiti. ALe spalle devono essere perpendicolari al torace del paziente. Comprimete verso il basso fino ad abbassare il torace di 4-5 centimetri. Rilasciate il torace senza sollevare le mani dallo sterno. Il tempo dedicato alla compressione deve avere la stessa durata del tempo dedicato al rilascio.

Cosa non fare:

- non poggiate l'intero palmo della mano sullo sterno ma soltanto la base;

- non piegate i gomiti mentre effettuate le compressioni;

- non staccate completamente la mano dallo sterno alla fine della compressione, perdereste il punto di repere;

- non impedite al torace, tenendo le mani poggiate pesantemente su di esso alla fine della compressione, di sollevarsi completamente.

Nella rianimazione polmonare con un soccorritore il rapporto tra compressioni e ventilazioni deve essere di 15 a 2; nella rianimazione con due soccorritori il rapporto deve essere di 5 a 1.

Quando iniziare la rianimazione cardiopolmonare


La rianimazione cardiopolmonare deve essere iniziata in tutti i pazienti che sono in arresto respiratorio e senza polso carotideo. Nei neonati e nei bambini sotto i 9 anni di età la rianimazione cardiopolmonare dev'essere iniziata anche in caso di severa bradicardia (frequenza cardiaca al di sotto di 60 battiti al minuto) e segni di inadeguata perfusione centrale.

Quando interrompere la rianimazione cardiopolmonare

La rianimazione cardiopolmonare deve essere continuata fino alle seguenti situazioni:

- la circolazione spontanea riprende regolarmente;

- le manovre di rianimazione possono essere eseguite da soccorritori professionali con un grado di preparazione maggiore;

- un medico, che si qualifichi tale, si assume la responsabilità di dichiarare il paziente deceduto;

- il soccorritore è esausto al punto di non essere più in grado di continuare nelle manovre.

Quando non effettuare la rianimazione cardiopolmonare

Quando in aggiunta all'arresto cardiorespiratorio sono presenti le seguenti condizioni, non è il caso di ricorrere alla rianimazione cardiorespiratoria:

- presenza di macchie ipostatiche. Colorazione livida nelle parti del corpo declivi rispetto alla forza di gravità. Quando il paziente è deceduto da più di 15 minuti il sangue tende ad accumularsi verso il basso provocando una colorazione rosso-bluastra della cute; questo accade quando il corpo non è esposto a bassa temperatura;

- rigor mortis. Irrigidimento del corpo che si verifica dopo la morte, solitamente dopo 4-10 ore dal decesso;

- decomposizione dei tessuti;

- ferite sicuramente mortali.

Le malattie terminali non sono una controindicazione alla rianimazione cardiorespiratoria.

Redazione


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