Covid, la nuova variante KP.2

Non risponde ai vaccini come le precedenti

La nuova variante Covid KP.2 desta preoccupazione fra gli scienziati dal momento che non sembra rispondere ai vaccini come le precedenti. Tuttavia, l'epidemiologo Massimo Ciccozzi, autore di uno studio su questa variante, sembra rassicurante: "Essendo successiva alla precedente JN.1 non diventerà mai più virulenta per un principio di adattamento. Quindi non elude i vaccini".
L'ultimo bollettino registra infatti un leggero rialzo dei contagi e dei deceduti, sebbene si rimanga su cifre molto basse (923 contagi e 17 decessi).
Il ceppo virale più frequente rimane la variante JN.1, così come negli altri paesi.
"Gli americani si stanno preoccupando per questa ultima variante che deriva da Jn.1 - conferma Ciccozzi -. La KP.2 ha tre mutazioni interessanti, ma in Usa si stanno preoccupando un po' troppo. È vero che una di queste mutazioni è nel sito 455, una flip mutation, cambia l'aminoacido e destabilizza la struttura della proteina. Ma ciò non significa che sia più immunoevasiva (non elude i vaccini anti-Covid) delle altre varianti o più pericolosa. Ricorda la variante Delta, ma manca una mutazione sul sito successivo e non è così aggressiva come lo è stata la Delta".
Secondo Ciccozzi, quindi, i rischi sarebbero limitati: "Dal nostro studio emerge che non ci sono rischi di maggior virulenza ed evasione del sistema immunitario. Tenderà a sostituire le varianti precedenti, ma, come avviene di frequente, si tende a confondere la fitness evolutiva con la fitness di contagiosità. Faccio un esempio: Ebola non si è evoluto perché, pur con una grande contagiosità e virulenza, uccideva quasi tutti gli ospiti. E non è questo il caso per Sars-Cov-2. Quindi, una cosa è la fitness evolutiva e la capacità di adattamento, una cosa è la fitness di contagiosità e gravità: se aumenta la capacità di adattarsi, diminuisce la gravità di malattia. Comunque è bene monitorare il virus, senza creare inutili allarmismi".
Negli Stati Uniti si registra la circolazione di una nuova famiglia di varianti dal nome FLiRT. Discendono dal lignaggio Omicron, ma derivano direttamente da JN.1, che ha aumentato i casi all'inizio dell'anno.
Le lettere nelle varianti FLiRT si basano sui nomi tecnici delle loro mutazioni: una che include le lettere F e L, e un'altra include le lettere R e T. All'interno di questo gruppo sta anche la KP.2.
Secondo due studi provenienti da Giappone e Cina, le varianti FLiRT sarebbero maggiormente in grado di schivare la protezione immunitaria dei vaccini, che tuttavia restano un presidio sanitario fondamentale. L'Oms ha invitato le case produttrici ad aggiornare i vaccini alla variante JN.1, dal momento che il booster più recente era basato sul ceppo XBB.1.5., ormai soppiantato del tutto.

21/05/2024 12:55:00 Andrea Piccoli


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