Sarcomi, nuove speranze da regorafenib

La nuova molecola migliora il tasso di sopravvivenza

Sui sarcomi ci sono novità interessanti. Questi tumori, che hanno fortunatamente un'incidenza piuttosto bassa, rappresentano una delle maggiori sfide da affrontare per la moderna ricerca medica. Nel recente congresso dell'American Society of Clinical Oncology (Asco) che si è tenuto a Chicago, sono stati presentati i risultati di un trial di fase III sulla molecola regorafenib, che dà nuove speranze a chi soffre di Gist (tumori stromali gastrointestinali, un sottogruppo di sarcomi) inoperabili o metastatici.
“Eravamo alla ricerca di una nuova cura efficace in quell'85 per cento di malati che a un certo punto sviluppano una resistenza alle altre terapie disponibili, imatinib e sunitinib - ha spiegato George Dimetri, direttore del Centro sarcomi dell'Harvard Medical School di Boston e coordinatore della sperimentazione, a cui ha partecipato anche l'Int -. E il trattamento con regorafenib, nuovo farmaco orale, è riuscito a quadruplicare la sopravvivenza libera da malattia dei pazientiâ€.
I sarcomi sono tumori dei tessuti connettivi, che svolgono nell'organismo le funzioni di sostegno, collegamento e nutrimento. La maggior parte dei tumori, invece, ha origine nei tessuti epiteliali, quelli che hanno essenzialmente il compito di “rivestire†gli organi e le superfici interne ed esterne.
Tutto ciò rende ancora più complicato l'approccio terapeutico ai sarcomi: “a complicare ulteriormente la situazione - spiega Paolo Casali, direttore della struttura di Oncologia Medica dei Tumori Mesenchimali dell'adulto presso l'Istituto nazionale tumori di Milano - c'è il fatto che i sarcomi dei tessuti molli dell'adulto possono insorgere dovunque nell'organismo: negli arti, nel tronco, nell'addome o in qualsiasi altro organo. E poi si suddividono in decine di sottogruppi istologici diversi, come se si trattasse di decine di malattie diverse. Quindi, perché un trattamento sia efficace è necessario tenere conto di questa estrema varietà della malattiaâ€.
Nel caso dei cordomi, ovvero dei sarcomi che coinvolgono sedi anatomiche particolarmente delicate come l'osso sacro o la base cranica, l'intervento chirurgico può causare più danni che benefici, e per questo motivo si sceglie di solito la radioterapia: “in particolare la radioterapia con adroni, cioè protoni e ioni di carbonio, che ora è accessibile anche in Italia a Pavia, grazie al consorzio Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica di cui è parte anche l'Istitutoâ€, conclude Casali.

Andrea Sperelli


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