Il colesterolo Hdl è spesso definito “buono”. I suoi livelli elevati indicano infatti un certo grado di protezione dal rischio cardiovascolare, esattamente il contrario di quanto avviene con il “fratello” Ldl, quello cattivo.
Tuttavia, secondo un nuovo studio pubblicato sul Journal of the American College of Cardiology, l'effetto benefico non sarebbe assicurato a tutti e dipenderebbe invece dall'etnia di appartenenza.
"È risaputo che bassi livelli di colesterolo Hdl sono dannosi, indipendentemente dalla razza. La nostra ricerca ha testato proprio questi presupposti", ha spiegato Nathalie Pamir, principale autore dello studio e professore associato di medicina interna presso il Knight Cardiovascular Institute dell'Oregon Health & Science University di Portland.
In effetti, bassi livelli di colesterolo Hdl erano associati a un aumento del rischio di attacchi cardiaci e morti legate a cause cardiovascolari, ma non per la popolazione afro-americana, che peraltro non beneficiava nemmeno del fattore di protezione legato a un livello elevato di Hdl.
Sono stati analizzati i dati di 23.901 adulti che hanno partecipato al Reasons for Geographic and Racial Differences in Stroke Study (REGARDS). I partecipanti di diverse etnie condividevano caratteristiche simili, come l'età, i livelli di colesterolo e i fattori di rischio per le malattie cardiache, tra cui il diabete, l'ipertensione o il fumo.
Durante questo periodo, 664 adulti afro-americani e 951 adulti bianchi hanno subito un infarto o una morte correlata a un infarto. Gli adulti con livelli maggiori di colesterolo LDL e trigliceridi avevano un modesto aumento del rischio di malattie cardiovascolari, in linea con i risultati di tutte le ricerche già svolte in precedenza.
Ma per la prima volta è emerso che livelli più bassi di colesterolo Hdl predicevano solo un aumento del rischio di malattie cardiovascolari per gli adulti bianchi.
"Quello che spero questo tipo di ricerca stabilisca è la necessità di rivisitare l'algoritmo di previsione del rischio per le malattie cardiovascolari", ha detto Pamir. "Potrebbe significare che in futuro non riceveremo una pacca sulla spalla dai nostri medici soltanto perché abbiamo livelli di colesterolo Hdl più alti".
"Il colesterolo Hdl è stato a lungo un enigmatico fattore di rischio per le malattie cardiovascolari", ha spiegato Sean Coady, vice capo dipartimento di epidemiologia all'interno della Divisione di scienze cardiovascolari del National Heart, Lung, and Blood Institute (NHLBI). "I risultati suggeriscono che è giustificato un approfondimento sull'epidemiologia del metabolismo lipidico, soprattutto per capire in che modo l'etnia possa modificare o mediare queste relazioni".
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