La sfida della gestione dei neonati ipotermici

Il tipo di approccio terapeutico può essere molto variabile

Il neonato ipotermico che si presenta in ospedale con un'infezione è soggetto a un approccio terapeutico molto diversificato a seconda del centro a cui si rivolge.
Uno studio pubblicato su Pediatrics da un gruppo di ricercatori del RIsk Stratification for Hypothermic Infants (RISHI) Study Group diretti da Sriram Ramgopal dell'Ann & Robert H. Lurie Children's Hospital e della Northwestern University Feinberg School of Medicine di Chicago ha provato a fare chiarezza sulla questione.
Sono stati interpellati 1.231 clinici di vari dipartimenti di emergenza sulle prassi utilizzate nei neonati fino a 2 mesi di età. I protocolli variano a seconda dell'età del bambino e spesso seguono le linee guida scritte per i bambini con febbre, mostrando un forte interesse per l'uso di biomarcatori come guida nella terapia.
In almeno due terzi dei casi i clinici avevano gestito un neonato in ipotermia negli ultimi 6 mesi, dichiarando di sentirsi meno sicuro di sé rispetto alla gestione di neonati con febbre. Nei neonati fino a 7 giorni di vita si ricorre più spesso alla prescrizione di esami del sangue e test virali respiratori, al ricovero e alla somministrazione di antimicrobici rispetto ai neonati di 22-60 giorni.
“In questa indagine sulle preferenze dei clinici nella diagnosi e nella gestione dei neonati con ipotermia abbiamo osservato una tendenza a effettuare test e somministrare terapie dipendente dall'età, che rispecchia ampiamente ciò che accade nei neonati con la febbre”, concludono Sriram Ramgopal e colleghi, sottolineando l'attuale carenza di indicazioni basate su studi rigorosi. “Occorrono ulteriori ricerche stratificare questi neonati in base al rischio, per adeguare la somministrazione di test diagnostici e di terapie”.

Fonte: PEDIATRICS Volume 152, number 6, December 2023:e2023063000
Pediatrics

18/12/2023 11:45:00 Andrea Sperelli


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