L'agopuntura cancella la paura del dentista

La tecnica con gli aghi cura molte patologie

Paura del dentista? Ci pensa l'agopuntura a togliervi qualsiasi titubanza e a farvi affrontare al meglio quella seduta sempre rinviata. La tecnica infatti pare aiutare a superare l'ansia da dentista e la nausea che si avverte una volta aperta la bocca.
A dirlo è uno studio pubblicato su Acupuncture in Medicine dai ricercatori dell'Università di Palermo. Gli scienziati siciliani hanno coinvolto 20 persone fra i 19 e gli 80 anni che si dovevano sottoporre a una qualche procedura dentistica, chiedendo loro di testimoniare le proprie sensazioni in condizioni normali e dopo l'agopuntura.
Secondo quanto riferito, il tasso medio di nausea senza il ricorso agli aghi è stato di 7 su una scala da 0 a 10, mentre con l'agopuntura è sceso ad appena 1.
Tecnica terapeutica d'origine orientale, l'agopuntura, del resto, è efficace per curare diverse disfunzioni.
L'inserimento degli aghi in alcune zone del corpo è una metodica che è stata spesso guardata con sospetto dalla scienza medica tradizionale, eppure oggi molti studi affermano che sono molte le patologie che potrebbero essere efficacemente trattate con quest'approccio terapeutico.
L'antica pratica cinese, per esempio, può rivelarsi utile contro il mal di testa o per alleviare il dolore mestruale, anche quello profondo e insensibile ai comuni antidolorifici.
Ma non finisce qui l'elenco delle applicazioni ginecologiche dell'agopuntura: dismenorrea, ovaio policistico, amenorrea, feto podalico, dolore da parto, stimolo alla produzione di latte nelle puerpere, sono altri disturbi che possono essere trattati con la tecnica degli aghi.
Quest'ultima sta sempre più prepotentemente uscendo dall'alveo del pregiudizio, dato che, tra le medicine alternative, è quella che si sottopone maggiormente alle sperimentazioni cliniche.
L'ultima ricerca clinica in questo campo ha testato la validità dell'agopuntura nell'approccio terapeutico alla sindrome da ovaio policistico: la metodica cinese, unita all'attività fisica, è riuscita a far diminuire i livelli di testosterone nelle donne che soffrono di questa sindrome, caratterizzata, per l'appunto, da cisti ovariche, eccesso di ormoni maschili, ciclo mestruale irregolare, peluria sul viso e sul corpo.
Il trattamento tradizionale dell'ovaio policistico cura i sintomi del disturbo, ma non le cause.
La dottoressa Elisabet Stener-Victorin dell'Università di Gòteborg, in Svezia, che ha realizzato lo studio sull'agopuntura pubblicato sull' “American Journal of Physiology-Regulatory, Integrative and Comparative Physiology”, ritiene che sia un'iperattività del sistema nervoso simpatico (SNS) a provocare la sindrome. Proprio l'agopuntura si è mostrata in grado di ridurre quest'eccesso di lavoro del SNS in 20 donne che, per 16 settimane, si sono sottoposte a sedute della metodica cinese, ricevendo anche indicazioni sulla dieta e l'esercizio fisico da seguire. Un gruppo di controllo, invece, ha avuto solo prescrizioni riguardanti l'alimentazione e l'attività fisica da svolgere.
Confrontando i risultati ottenuti dai due gruppi, si è visto come la sindrome da ovaio policistico si attenuasse di più nelle donne che si sottoponevano all'agopuntura rispetto alle altre.
Questa ricerca conferma quello che già era emerso in altri studi scientifici, pubblicati in rassegna sul “Journal of Neuroendocrinology”, i quali riferivano i benefici a lungo termine dell'agopuntura, testata su uomini e animali nella sindrome da ovaio policistico, per i sistemi metabolico, endocrino e dell'ovulazione.
Altre ricerche, ancor più numerose di quelle fin qui citate, hanno mostrato l'utilità terapeutica dell'agopuntura nel trattamento della dismenorrea, la patologia che comporta forti dolori in corrispondenza del ciclo mestruale.
In particolare su questo tema c'è da segnalare uno studio italiano, coordinato dal dott.Emilio Minelli, vicedirettore del Centro collaborativo per la medicina tradizionale cinese per l'Oms dell'Università di Milano, e apparso su "Evidence Based Complementary Alternative Medicine».
Afferma il dott.Minelli: «Secondo i nostri risultati, per alcuni tipi di pazienti, per esempio per chi è intollerante agli antidolorifici non steroidei, o non li può prendere perché assume anticoagulanti, l'agopuntura può diventare una terapia di prima linea. Abbiamo riscontrato una buona efficacia e non andiamo a curare solo i sintomi. L'esperienza ci dice che dopo un certo numero di trattamenti si ottiene una regolazione del ciclo ormonale». Questo è un vantaggio notevole rispetto al solo uso degli antidolorifici, ma non sono ancora chiari i meccanismi per cui ciò avvenga. Vi sono due ipotesi in materia: la prima ritiene che gli aghi blocchino il segnale doloroso in alcuni punti, impedendogli di raggiungere il cervello; la seconda pensa che l'agopuntura incrementi la produzione di sostanze antinfiammatorie e antidolorifiche, quali encefaline, endorfine, prostaglandine e citochine.
Nella dismenorrea, l'agopuntura associata a stimolazione elettrica, può regolare la quantità delle prostaglandine, sostanze che mediano i processi di infiammazione e che sono prodotte in eccesso, ottenendo gli stessi effetti dei FANS (Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei).
L'agopuntura si è rivelata efficace nell'amenorrea da stress, l'assenza delle mestruazioni, causata da un aumento della prolattina. Minelli spiega che, in questo caso, va stimolato con gli aghi un particolare punto dell'orecchio: per capire quali meccanismi fisiologici inneschi quest'azione sono in corso diverse ricerche scientifiche.
La regolazione della prolattina grazie all'agopuntura potrebbe rivelarsi molto utile anche per aumentare i livelli di questa sostanza nelle donne che hanno appena avuto un bambino.
Viste le sue positive applicazioni cliniche, l'agopuntura è entrata anche negli ospedali, dove viene utilizzata in vari campi: un esempio è quello di Bologna, dove la tecnica cinese viene usata per far capovolgere i feti che si presentano in posizione podalica poche settimane prima del parto.
Come spiega Carlo Maria Giovanardi, presidente dell'Associazione medici agopuntori bolognesi, l'intervento si basa sulla stimolazione del punto Zhiyin, localizzato sulla parte laterale della punta del mignolo del piede: secondo la medicina cinese, la stimolazione di questo punto disostruisce il meridiano tendino-muscolare della vescica, mobilizza il sangue, promuove la rotazione e la mobilizzazione del feto. La metodica agopunturistica, praticata da esperti agopuntori, è efficace nel 70-90% dei casi.
Altri nosocomi dove viene usata l'agopuntura sono il S.Anna di Torino, dove la pratica cinese è usata contro il mal di testa delle gestanti, e il Policlinico di Modena, dove è utilizzata contro nausee e vomito. E una mano può venire anche dalle ostetriche e dalla moxa, un bastoncino di Artemisia vulgaris essicata che viene fatta bruciare e viene usato al posto dell'ago. «Il calore prodotto sul mignolo agisce come l'ago», spiega Manuela De Fabiis, ostetrica e co-autrice di uno studio che ha dimostrato l'efficacia della moxicombustione su 20 gestanti pubblicato su "Lucina", la rivista delle ostetriche italiane: «A differenza dell'agopuntura, la moxa può essere usata dalla paziente a casa sua con la collaborazione del marito. Ovviamente dopo consiglio medico. In più, è sicuramente meno dolorosa e invasiva, ha un costo inferiore e ci vuole meno tempo per ottenere il risultato». Come dimostra lo studio, infatti, per 18 delle 20 donne seguite sono bastate due sedute da mezz'ora l'una per risolvere il problema.
Dopo che il feto è tornato i posizione corretta, l'agopuntura entra in sala parto anche per controllare il dolore della partoriente.
Il dott.Minelli l'ha sperimentata in questo campo all'ospedale di Lecco, usando la Pidro-agopuntura, cioè infiltrazioni di soluzione fisiologica, che hanno ottenuto una riduzione fino a 4 punti nella scala del dolore (che va da 1 a 10) nell'89 per cento delle donne trattate.
L'agopuntura è indicata da alcuni studi anche come potenzialmente efficace nell'incrementare la fertilità delle donne.

I DIVERSI TIPI DI AGOPUNTURA
Agopuntura tradizionale.
Secondo la medicina tradizionale cinese, l'organismo è percorso da flussi di energie («Qi») che regolano i processi vitali e che scorrono lungo dodici meridiani principali e due meridiani centrali detti "curiosi". Su queste 14 linee si trovano i 361 punti dell'agopuntura classica. Le malattie sono viste come la conseguenza di un disequilibrio o di un accumulo di energia che può essere sbloccata agendo sugli agopunti con nove diversi tipi di aghi. Questo si legge nel «Canone di medicina interna dell'Imperatore Giallo», scritto tra il II e il I secolo a.C..

Agopuntura auricolare
Nata in Francia nel 1957 grazie a Paul Nogier, ma completamente integrata nella medicina tradizionale cinese, si basa sull'idea che il corpo è interamente riflesso in piccoli distretti, come la mano, il piede, il volto, il cranio e l'orecchio, la cui forma rappresenta un feto rovesciato. Si ricorre alla auricoloterapia soprattutto nel trattamento del dolore. I punti da trattare sono individuati toccando l'orecchio con una bacchetta d'ambra: le zone dolenti corrispondono ai punti "attivati".

Idroagopuntura e chimiopuntura
In questo caso si usano gli aghi per iniettare nel corpo qualche sostanza, sopratutto anestetici locali come la procaina, ormoni come la lipocaina, vitamine e acqua distillata, in quantità molto piccole (tra gli 0,1, e gli 0,3 centilitri). A Lecco è stata sperimentata con soluzione fisiologica, finora considerata un placebo, durante il travaglio e ha dimostrato un effetto antalgico (l'efficacia di ciascuna iniezione dura circa quattro ore). La stessa tecnica viene usata anche per trattare alcune patologie: nelle coliche renali, per esempio, sembra favorire la dilatazione dell'uretere e l'espulsione dei calcoli.

Elettroagopuntura.
I punti tradizionali vengono stimolati con la corrente elettrica, che viene applicata agli aghi tramite dei morsetti. Si usa soprattutto per il trattamento del dolore e nella preparazione di alcuni interventi, per esempio quelli alla tiroide e nei parti cesarei. L'idea è che l'impulso elettrico agisce sul sistema nervoso impedendo all'informazione del dolore di arrivare al cervello.
Per il dolore cronico si utilizzano frequenze basse (5-6-12 Hertz), mentre per i dolori acuti si usano frequenze elevate (70-100 Hertz, o anche più alte). Gli impulsi sono intermittenti, e le sedute possono durare da mezz'ora a oltre due ore.

Hovibustiont
una pratica complementare all'agopuntura: segue gli stessi meridiani e si basa sugli stessi punti, che vengono però scaldati invece che stimolati con gli aghi. Di solito si utilizzano sigari di artemisia (o moxa, da cui il nome della tecnica) che vengono tenuti vicino alla pelle per una decina di minuti. Si ricorre a questa tecnica soprattutto nelle fasi acute delle malattie.

Magnetopuntura
In questo caso si applicano magneti (con un'intensità tra gli 800 e i 900 Gauss). La tecnica si usa per lo più per continuare a stimolare il punto dopo che sono stati usati gli aghi. È indicata per i dolori reumatici.

Laserpuntura
È nata con l'intento di sostituire gli aghi con uno strumento che non producesse alcun dolore, e che potesse quindi essere usato sui bambini. Normalmente si utilizza un laser a raggi infrarossi. È una tecnica recente e i risultati ottenuti finora sono in attesa di ulteriori conferme. A differenza dell'agopuntura tradizionale, però, i punti sono stimolati uno alla volta invece che contemporaneamente.

Arturo Bandini


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