Stitichezza, diarrea, gonfiore e dolore addominale sono i sintomi più comuni di molte malattie intestinali croniche. Spesso chi ne soffre ricorre a trattamenti farmacologici insoddisfacenti, che causano in caso di uso prolungato effetti collaterali anche pesanti.
La Società italiana di farmacologia ha organizzato un Convegno per analizzare la fattibilità e l'efficacia di nuove strategie terapeutiche in caso di morbo di Crohn, colite ulcerosa, sindrome dell'intestino irritabile e altre malattie.
L'opzione fitoterapica può potenziare l'efficacia di quella farmacologica tradizionale. Le piante officinali possono essere un valido aiuto per le loro proprietà lassative, antinfiammatorie e regolatrici della funzionalità gastrointestinale.
«Le piante e i loro derivati», spiega la prof.ssa Carla Ghelardini, Ordinaria di Farmacologia all'Università di Firenze e tra gli organizzatori del Convegno, «spesso contengono numerosi principi attivi al loro interno e questo fa sì che abbiano un elevato potenziale terapeutico nelle patologie gastrointestinali. Infatti, nel corso di diversi studi, è stato notato che l'efficacia dei trattamenti è massimizzata quando si riesce a combinare più meccanismi d'azione, ottenendo così un effetto sinergico su microbiota, mucosa intestinale, risposta infiammatoria e sistema nervoso, favorendo l'omeostasi intestinale. È, altresì, possibile», prosegue l'esperta Sif, «ottenere un'azione sinergica sull'intestino combinando diversi estratti vegetali in un unico prodotto naturale. Molte piante mostrano effetti benefici sull'intestino che le rendono attraenti per lo sviluppo di nuove formulazioni, da utilizzare da sole o in associazione con le classiche terapie farmacologiche, al fine di potenziarne l'efficacia e ridurne gli effetti collaterali».
Fra le piante con sicuro effetto terapeutico sull'intestino ci sono: zenzero, frutti rossi, capperi, liquirizia, malva, finocchio, angelica, rucola. In caso di sintomi intestinali e di infiammazione, astragalo e zenzero risultano rimedi molto efficaci, così come frutti rossi e capperi, grazie alla presenza di quercetina (flavonoide che appartiene alla famiglia dei polifenoli). Effetti prebiotici e neuroprotettivi sono stati associati anche all'uso di estratti a base di rosmarino (ricco di acido carnosico). Altre spezie, come il timo, possono invece favorire il benessere intestinale attraverso attività spasmolitiche e antimicrobiche. In caso di stitichezza e di disturbi legati alla sindrome dell'intestino irritabile, trova impiego la radice di liquirizia, che svolge una leggera azione lassativa grazie alla presenza di mannite (mannitolo), uno zucchero naturale che agisce contro la stipsi. Le foglie e i frutti secchi del mirtillo, invece, esercitano un'azione antidiarroica e hanno anche un effetto antisettico, utile nel trattamento delle coliche dolorose addominali e delle cistiti.
Malva e psillio aiutano a sfiammare l'intestino grazie alla presenza di mucillagini, che trattengono l'acqua ammorbidendo le feci.
«Le mucillagini presenti in queste piante», specifica Ghelardini, «si comportano come innocuo lassativo naturale di tipo meccanico e sono oltretutto dotate di effetto antinfiammatorio, emolliente e protettivo per le mucose delle pareti intestinali. Lo psillio è, in particolare, del tutto innocuo ed è indicato per la stitichezza in gravidanza e allattamento, nei bambini e in tutti i casi in cui non si possono assumere lassativi che provocano la peristalsi in modo aggressivo attraverso contrazioni muscolari».
Finocchio, angelica e melissa hanno un'azione di riduzione dei gas intestinali, mentre rucola e camelina esercitano effetti neuroprotettivi sull'intestino utili nel contrastare lo sviluppo di dolore e disfunzioni intestinali croniche. In molti casi, le piante utilizzate possono anche essere inserite nell'alimentazione ed essere così sfruttate come veri e propri nutraceutici. È il caso, ad esempio, di mirtilli, rucola, olive, zenzero, mango e melograno.
«L'utilizzo di integratori a base di piante o di approcci dietetici», conclude l'esperta, «assume ancora maggior rilevanza nell'ottica del trattamento di bambini affetti da patologie gastrointestinali. Tuttavia, come accade per i prodotti farmaceutici, l'utilizzo di interventi fitoterapici dovrebbe basarsi su prove scientifiche di efficacia corroborate da uno studio razionale del meccanismo sottostante. Questo tipo di approccio farmacologico permette non solo di prevenire effetti collaterali indesiderati, ma anche di ottimizzare i protocolli di trattamento».
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