Colpo
di calore
Colpo di sole e colpo di calore non sono molto
facili da distinguere, anche se il colpo di calore è caratterizzato
da un colorito più acceso del volto; in ogni caso, confondere queste
due forme non è grave, perché la terapia è sempre la stessa: trasportare
l'infortunato in un luogo fresco e aereato, svestirlo, spruzzargli
capo e tronco con acqua fresca, fargli bere acqua in abbondanza
a piccoli sorsi e ripetutamente. Usare un ventilatore per favorire
l'evaporazione della pelle bagnata, porre la persona stesa a pancia
sopra e con le gambe sollevate rispetto al tronco. L'innalzamento della temperatura
corporea al di sopra dei livelli normali viene considerato: Come misurare la temperatura Consulta il Centro malattie sezione Influenza Un approccio efficace al problema dell'insonnia richiede innanzitutto la chiarificazione del tipo di problemi di sonno dei quali il paziente soffre. La maggior parte dei casi di insonnia possono essere fatti rientrare in una delle tre categorie generali che seguono, e per le quali viene indicato anche il migliore approccio di tipo terapeutico. Una parte dei pazienti che lamentano insonnia riferiscono di stentare ad addormentarsi; una volta che il sonno è stato "faticosamente" raggiunto, esso prosegue indisturbato e ristoratore fino al mattino. Il problema è quindi rappresentato dalla brevità del periodo di sonno che, invece, è qualitativamente soddisfacente. La terapia farmacologica di questo primo tipo di insonnia ha buone probabilità di essere efficace. Se il disturbo ha una natura cronica, si può tentare di somministrare un ciclo breve, di non più di due o tre settimane, di una benzodiazepina ad azione rapida, che viene data circa mezz'ora prima di andare a letto. L'intento è quello di ristabilire la regolarità del ciclo sonno-veglia che in questi pazienti è di solito spostato verso le ore più tarde della notte; il trattamento va sospeso dopo che tale scopo è stato raggiunto e non va continuato indefinitamente. Oltre al trattamento di tipo farmacologico, è necessario che i pazienti affetti da insonnia decidano di modificare le proprie abitudini di vita: per favorire il sonno è necessario evitare l'uso di bevande eccitanti, gli sforzi fisici intensi, letture che possano indurre uno stato di eccitazione psichica, nelle ore del tardo pomeriggio e della sera. Il paziente deve andare a dormire solo quando avverte uno stato di sonnolenza, mentre deve svegliarsi sempre alla stessa ora. La cena non deve essere pesante; ma non deve neanche lasciare un senso di fame: latte e latticini possono favorire il sonno. Alcune persone ottengono un leggero effetto sonnifero bevendo una tazza di cioccolata calda: il cacao stimola infatti la secrezione di alcune sostanze attive sulla corteccia cerebrale, capaci di ridurre, per esempio, gli stati depressivi. Per indurre il sonno può anche essere utile bere un infuso sedativo, a base di camomilla, fior d'arancio, tiglio o melissa. Una seconda porzione dei pazienti che soffrono di insonnia presenta un disturbo più complesso. Questi pazienti riescono facilmente ad addormentarsi, ma dopo poche ore si risvegliano e trascorrono il resto della notte in uno stato di agitato dormiveglia, svegliandosi stanchi ed ansiosi. Molti di questi pazienti soffrono di malattie che provocano dolori oppure difficoltà respiratorie durante la notte (artrosi, asma cardiaca, etc.). La terapia specifica di queste condizioni in molti casi dà luogo anche alla scomparsa della sintomatologia insonne. Se si associa una componente ansiosa si può proporre una terapia ansiolitica blanda protratta per qualche tempo. Come farmaco ipnotico si utilizza una benzodiazepina scelta fra quelle ad azione più prolungata, avvertendo il paziente che al mattino potranno essere presenti strascichi dell'azione del farmaco (sonnolenza, lentezza di riflessi, etc.). Un terzo tipo di insonnia contraddistingue soprattutto i pazienti anziani, che vanno a dormire presto la sera e riescono ad addormentarsi subito, dormono per un certo numero di ore e poi si svegliano molto presto al mattino. Si tratta di uno degli effetti del diminuito bisogno di sonno caratteristico delle persone anziane; può però portare a seri problemi perché l'alzarsi molto presto al mattino comporta la comparsa precoce, la sera, del bisogno di coricarsi. Questi anziani pazienti, incoraggiati spesso dalla mancanza di impegni attivi che li vincolino ad orari precisi, tendono ad andare a letto sempre più presto e a trovarsi con orari completamente sfasati rispetto agli altri. Uscire da questa situazione è assai difficoltoso. Questo tipo di insonnia è anche caratteristico dei soggetti che lavorano troppo, che sono particolarmente ansiosi o sovraccarichi di preoccupazioni. Per questi pazienti è raccomandabile soprattutto un regolare esercizio fisico, che permetta di accumulare un grado di stanchezza muscolare che, sommandosi a quella mentale, concilia in modo assai efficace il sonno. Va anche raccomandato un rallentamento dei ritmi di lavoro, se è necessario; raramente questi consigli vengono però accettati. Consulta il Centro malattie sezione Insonnia Le cause dei mal di denti sono estremamente
evidenti, quando la carie giunge a interessare anche la polpa, un
tessuto connettivo lasso che si rigonfia e viene compresso contro
le pareti rigide del dente. Per effetto di questa congestione, i
nervi vengono compressi e provocano dolore. Questo meccanismo spiega
perchè il mal di denti si intensifica tutte le volte che il paziente
si corica: in posizione sdraiata l'afflusso di sangue alla testa,
e quindi ai denti, aumenta, e aggrava la congestione della polpa
dentaria. La comparsa del mal di denti indica che il dente è stato
irrimediabilmente compromesso dal processo carioso: la fase successiva
della malattia è la morte del dente, e la formazione di un granuloma
all'apice delle sue radici. Il processo infettivo cronico costituito
dal granuloma può successivamente diventare acuto, e portare alla
formazione di un ascesso. Il mal di denti è, quindi, un segnale
di allarme che richiede cure immediate: in questa fase il dente
può ancora essere salvato, anche se deve essere devitalizzato, mentre
la formazione di ascessi o granulomi può rendere necessaria l'avulsione
del dente. Del resto, il mal di denti è, nella maggior arte dei
casi, talmente intenso da costringere anche il paziente più recalcitrante
a recarsi immediatamente dal dentista per far curare il dente pulpitico. Consulta il Centro malattie sezione Carie Il "mal di gola" comune nella stagione fredda è nella maggior parte dei casi costituito da una infiammazione provocata da un agente virale a carico della mucosa che ricopre la faringe (soprattutto la regione posteriore). Affezioni di questo tipo sono favorite dall'esposizione a basse temperature, che rendono meno efficaci i meccanismi di difesa della mucosa stessa. Un'altra importante causa predisponente è il fumo. · Le faringiti virali. I sintomi delle faringiti virali consistono soprattutto nella sensazione di corpo estraneo accompagnata o meno da vero dolore (che più spesso è un semplice fastidio) e da difficoltà alla deglutizione, di insorgenza acuta. Il paziente può avere febbre (ma raramente elevata), si sente stanco ed accusa un malessere generalizzato. L'ispezione della gola per mezzo di torcia elettrica ed abbassalingua permette di rilevare una mucosa congesta, arrossata, ma priva di pus. Il quadro si risolve spontaneamente in pochi giorni; non necessita di terapia se non di un antipiretico nel caso la febbre si faccia fastidiosa. In particolare sono inutili gli antibiotici, essendo l'agente patogeno di natura virale. · Le faringiti batteriche. Diverso è il quadro delle forme sostenute da batteri, che più spesso colpiscono, oltre alla mucosa della gola, anche le tonsille. Il paziente appare più seriamente ammalato rispetto a quello affetto da una semplice forma virale. La febbre può essere elevata, raggiungendo facilmente punte di 40°C, soprattutto se la compromissione tonsillare è importante. Il dolore nella zona infiammata è forte. Quando si dice "mal di pancia"
si intende la presenza di una dolorabilità dalle caratteristiche
assai variabili riferita alla regione sovraombelicale. La causa
può essere una banale gastrite o un fenomeno dispeptico (cattiva
digestione), oppure qualcosa di più serio, come un'ulcera gastrica
o duodenale. Il "mal di pancia" è invece di solito riferito
ad una dolorabilità diffusa in zona sottombelicale, che si accompagna
talora a diarrea. Si tratta dell'espressione di tutta una serie
di patologie di varia natura caratterizzabili in genere come enteriti
(se colpiscono il piccolo intestino) oppure coliti (se colpiscono
il grosso intestino). Le forme più comuni sono causate dall'ingestione
di cibi troppo freddi, dalla esposizione ad ambienti freddi, da
cibi avariati, etc. La terapia delle lombalgie non è semplice
e spesso non sortisce gli effetti desiderati. A parte la terapia
chirurgica necessaria per l'ernia del disco, vanno citati vari farmaci
antinfiammatori non steroidei, che esercitano anche una notevole
azione analgesica. Sono anche utili cicli di ginnastica appositamente
studiata, eseguiti sotto la guida di personale esperto. Consulta il Centro malattie sezione Mal di Schiena Nella maggior parte dei casi le cefalee sono dovute ad affaticamento, eccessiva applicazione, abuso di tabacco, alcolici, etc. Anche l'ansia è una importante condizione predisponente alla cefalea. Esistono poi cefalee particolari, quali l'emicrania, trattate in un capitolo a parte. La terapia dipende dalla causa del mal di testa: l'emicrania e la nevralgia del trigemino richiedono farmaci specifici, mentre le cefalee comuni possono essere curate con antidolorifici. Consulta
il Centro malattie sezione Mal di Testa Per curare la nausea è naturalmente in primo luogo necessario identificare le sue cause: in base ai disturbi lamentati dal paziente, il medico può richiedere una radiografia dell'apparato digerente, oppure esami completi del sangue e delle urine. Se la nausea è di origine psicosomatica, può essere sufficiente modificare le abitudini di vita ed evitare le situazioni stressanti per vederla scomparire. Anche la nausea mattutina della gravidanza è di origine psicosomatica, ed è spesso scatenata da un rifiuto in conscio della gravidanza: a volte, per curarla è sufficiente spiegare alla paziente il meccanismo psichico che la provoca. In tutti gli altri casi, la nausea può essere eliminata con farmaci specifici e con una dieta leggera, costituita da cibi solidi. I farmaci contro la tosse devono essere usati con la massima prudenza: la tosse produttiva, che facilita il drenaggio dei bronchi, deve essere sempre rispettata, specialmente da chi soffre di insufficienza respiratoria. In questo caso sono, anzi, consigliabili farmaci mucolitici, che modificano la composizione del catarro rendendolo più fluido e facilitando la sua espulsione con la tosse, che previene le infezioni secondarie. Al contrario contro la tosse secca si possono usare numerosi medicamenti sedativi (codeina, belladonna, bromoformio, etc.). In ogni caso e tipo di tosse è prerogativa del medico indicare la cura. La terapia sintomatica del vomito si basa sull'uso di sedativi e di antispastici. I vomiti abbondanti e ripetuti possono provocare una perdita grave di acqua e di cloruro di sodio, con conseguente stato di disidratazione e di alcalosi metabolica, che richiede un riequilibrio idroelettrolitico urgente. Per sedare il vomito nei casi lievi, è spesso sufficiente la dieta, che deve comprendere cibi facili da digerire e ridotte quantità di liquidi; a volte l'alimentazione deve essere basata solo su alimenti decisamente secchi. |