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ARTICOLI
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Risultati da 61 a 70 DI 81
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22/07/2016 10:20:00 Studio rivela quali aree del cervello sono coinvolte |
L'amore vero si riconosce con una risonanza
Per sapere se è amore vero quello che provate o che il vostro partner dice di provare per voi, affidatevi a una risonanza magnetica. Lo consiglia un curioso studio cinese pubblicato su Frontiers in Human Neuroscience da un team di scienziati della University of Science and Technology of China. I medici asiatici hanno analizzato le scansioni cerebrali di 100 persone in fasi diverse delle proprie relazioni sentimentali, scoprendo che le aree del cervello coinvolte in questo sentimento ... (Continua)
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19/07/2016 11:01:00 Addestrati a segnalare alterazioni glicemiche preoccupanti |
Diabete, i cani in soccorso dei bambini colpiti
Il cane è un amico prezioso per un bambino. Ancora di più per chi è affetto da diabete di tipo 1. Negli Stati Uniti, a Philadelphia, esiste un centro per l'addestramento di cani al riconoscimento delle alterazioni glicemiche tipiche della malattia. «I cani vengono definiti "diabetes alert dogs" (Dad) e sono stati addestrati a segnalare un'alterazione della glicemia in pazienti affetti da diabete di tipo 1 (soprattutto episodi ipoglicemici, ma anche condizioni di iperglicemia) e quindi ... (Continua)
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09/03/2016 12:29:00 Creato farmaco in grado di veicolare l’ormone direttamente nel cervello |
Insulina e nanoparticelle per combattere l’Alzheimer
Analogamente a quanto accade ai diabetici, i pazienti affetti dal morbo di Alzheimer, conosciuto anche come Diabete di tipo 3, sviluppano una resistenza all’insulina cerebrale, condizione considerata un fattore di rischio per lo sviluppo della malattia. L’ormone, indotto come terapia sperimentale, è in grado di migliorare le facoltà cognitive in soggetti con l’Alzheimer, inibendo la neurodegenerazione. Ora una ricerca coordinata dall’Istituto di biomedicina e immunologia molecolare del ... (Continua)
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17/12/2015 16:48:00 Proteina che può essere associata a malattie renali e ipertensione |
Scoperto l’enzima che permette il rilascio dell’uromodulina
Un team di ricercatori italiani del San Raffaele di Milano ha scoperto il meccanismo con il quale avviene il rilascio dell'uromodulina. Da anni il gruppo di ricerca studia l’uromodulina, in primo luogo perché difetti nel gene che codifica questa proteina possono provocare una rara malattia cistica renale e, in secondo luogo, perché recentemente i ricercatori hanno scoperto che i livelli di espressione dell’uromodulina, in gran parte determinati da specifiche varianti genetiche, hanno un ruolo ... (Continua)
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24/09/2015 12:39:27 Sentire meno gli odori può essere un cattivo segnale |
Perdita dell'olfatto legata ad aspettativa di vita minore
Perdere l'olfatto è sinonimo di un'aspettativa di vita ridotta. A dirlo è una ricerca del Salk Institute’s Molecular Neurobiology Laboratory di La Jolla, in California, pubblicata su eLife. Lo studio ha preso in considerazione le capacità olfattive di 3mila adulti di età compresa fra i 57 e gli 85 anni, registrando un nesso fra l'incapacità avvenuta di riconoscere gli odori e un più alto rischio di mortalità entro i 5 anni. La ragione potrebbe risiedere nell'esposizione ad alti livelli di ... (Continua)
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23/12/2014 14:32:51 Appetito ridotto solo per gli uomini |
Una luce blu per mangiare meno
La visione di una luce tendente all'azzurro mentre si sta mangiando ha l'effetto di ridurre l'appetito di chi la osserva. A dirlo è un esperimento portato a termine da scienziati dell'Università dell'Arkansas, che ha dimostrato come l'appetito degli uomini – per le donne l'escamotage sembra non funzionare – si riduca sensibilmente con questo tipo di stimolazione luminosa. I ricercatori coordinati da Han-Seok Seo hanno pubblicato su Appetite un'analisi condotta su 112 soggetti – 62 maschi e ... (Continua)
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08/11/2014 11:56:00 Tutto legato alla specificità del cervello femminile |
L’olfatto delle donne è migliore
Se non riconoscete un odore chiedete a una donna. L’olfatto femminile è infatti più sviluppato di quello maschile. Ma per quale motivo? Un gruppo di ricercatori dell’Università di Rio de Janeiro ha scoperto che la differenza è legata alla diversità delle aree cerebrali coinvolte nei meccanismi dell’olfatto negli uomini e nelle donne. Per giungere a questa conclusione, i ricercatori hanno analizzato i cervelli di 18 cadaveri, 7 uomini e 11 donne con un’età compresa fra i 55 e i 94 anni. Dai ... (Continua)
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03/10/2014 14:45:00 Chi ha un olfatto poco sensibile rischia più di altri di morire precocemente |
Il test dell'olfatto ci dirà quanto vivremo
Se son rose fioriranno, ma se non ne avvertite l'odore sono guai. Uno studio pubblicato su Plos One da ricercatori dell'Università di Chicago ha evidenziato un curioso quanto inquietante nesso fra la capacità olfattiva compromessa di un individuo e le probabilità di morire. Chi non avverte più gli odori in tarda età mostra un rischio di morte entro 5 anni molto più alto della media. La ricerca lo ha stabilito analizzando un campione di oltre 3mila soggetti fra 57 e 85 anni sottoposti a un ... (Continua)
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20/09/2014 10:39:35 Fondamentale per la funzionalità del cervello |
L'attività elettrica dei neuroni
C'è un codice da scoprire all'interno del nostro cervello. L'obiettivo a lungo termine della neuroscienza è proprio dare un volto ai misteriosi meccanismi che innescano tutta l'attività cerebrale. Tutto ciò che pensiamo, ricordiamo e avvertiamo subisce una sorta di codifica nel cervello. Se riuscissimo a scoprire la natura di questo codice potremmo compiere passi in avanti impensabili nel campo della neuro-ingegneria. Ad esempio, potremmo realizzare trapianti cerebrali capaci di potenziare ... (Continua)
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08/08/2014 11:15:00 Creutzfeldt-Jakob diagnosticabile anche in vita |
Due test non invasivi per scoprire la mucca pazza
Due diverse ricerche giungono a un risultato importante, la diagnosi in vita del morbo della mucca pazza, ovvero la variante umana della malattia di Creutzfeldt-Jakob che colpisce i bovini. I ricercatori dell’Istituto Neurologico “Carlo Besta” in collaborazione con la University of Texas Health Science Center di Houston (UTHSC) hanno elaborato un metodo per individuare in un campione di urina del paziente la presenza di prioni, cioè le proteine alterate che causano la malattia. Si tratta ... (Continua)
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