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ARTICOLI
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29/03/2021 Alcuni geni si attivano nelle ore successive al decesso |
Il cervello vive ancora dopo la morte
Sembra la premessa per l’ennesimo film basato sugli zombie, ma in realtà è sempre stato così. Un team dell’Università dell’Illinois ha pubblicato su Scientific Reports uno studio che svela l’esistenza di geni “zombie” in grado di attivarsi ore dopo la morte del soggetto. Perché? Per aiutare le cellule gliali a ripulire i danni al sistema nervoso. I risultati rivoluzionano le nostre conoscenze sui tessuti cerebrali e potrebbero aiutare i ricercatori a sviluppare nuove terapie contro disturbi ... (Continua)
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11/12/2020 15:40:00 Un meccanismo molecolare consente di aggirare la mutazione genetica responsabile |
Malattia di Wilson, nuovo bersaglio terapeutico
Un comune farmaco per i disturbi gastrici potrebbe rivelarsi utile per il trattamento di una rara malattia genetica del fegato, quella di Wilson. È quanto emerge da uno studio pubblicato sulla rivista PNAS da un gruppo di ricercatori dell’Istituto Telethon di genetica e medicina (Tigem) di Pozzuoli, che ha mostrato come il domperidone, comunemente utilizzato per i disturbi gastrici, è in grado di ripristinare il corretto quantitativo di rame che in questa malattia tende ad accumularsi, con ... (Continua)
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09/11/2020 16:20:00 Contrasta la progressione della malattia su modello animale |
Una proteina potrebbe fermare la Sla
Uno studio, condotto dal Laboratorio di Neurobiologia Molecolare dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS e pubblicato on line sulla rivista scientifica EBioMedicine, ha evidenziato, per la prima volta, che la proteina CXCL13, della famiglia delle chemochine, è attivata dai neuroni che comandano i movimenti muscolari volontari (motoneuroni) e che la sua presenza ha effetti benefici nel contrasto della progressione della sclerosi laterale amiotrofica (SLA) in un modello ... (Continua)
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08/10/2020 16:00:00 Possibile anche fra gli adulti |
Covid e sindrome infiammatoria multisistemica
Sebbene siano fra i soggetti meno colpiti dalle forme gravi di Covid-19, i bambini possono sperimentare in alcuni casi una sindrome infiammatoria multisistemica (Multisystem Inflammatory Syndrome in Children – MIS-C), che nei primi tempi della pandemia è stata scambiata per la sindrome di Kawasaki. Ora, però, il Rapporto settimanale su Morbilità e Mortalità pubblicato negli Stati Uniti dai Centri di Prevenzione delle Malattie (CDC) rivela che la stessa condizione può essere sviluppata anche ... (Continua)
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08/09/2020 16:15:00 Forme più gravi più probabili in questo gruppo di pazienti |
Covid-19, i malati neurologici rischiano di più
Un importante studio recentemente pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale Journal of Neurology ha portato a una nuova conoscenza sull’infezione da Sars-COV-2: la presenza di patologie neurologiche pregresse si associa sin dall’esordio a forme di infezione più gravi di COVID-19. La pubblicazione nasce da una ricerca svolta dalla Neurologia Universitaria del Dipartimento di Neuroscienze “Rita Levi-Montalcini” dell’Università degli Studi di Torino, diretta dal Prof. Leonardo ... (Continua)
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30/07/2020 16:40:00 Diagnosi e prognosi per le diverse tipologie della malattia |
L’Intelligenza Artificiale per la sclerosi multipla
La Sclerosi Multipla (SM) colpisce ogni anno 2,3 milioni di persone nel mondo e 120.000 in Italia, ma la sua diagnosi rimane una sfida per i medici: esistono diversi tipi di SM, con evoluzione e prognosi diverse, e non è sempre facile distinguerle con precisione e precocemente. Un gruppo di ricercatori dell’IRCCS Ospedale San Raffaele, coordinato da Cinthia Farina, responsabile del laboratorio di Immunobiologia dei Disordini Neurologici, ha dimostrato che è possibile, attraverso strumenti di ... (Continua)
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11/06/2020 16:10:00 In molti pazienti il malessere si prolunga per molto tempo |
Il lungo addio di Covid-19
Non ci sono soltanto infezioni lievi o al contrario una sintomatologia pesante che richiede l’ospedalizzazione. Covid-19 prevede infatti una terza via, una condizione di malessere che si prolunga nel tempo ma che non raggiunge mai livelli tali da richiedere il ricovero. È quanto sta succedendo a Paul Garner, docente di Malattie Infettive alla Liverpool School of Tropical Medicine e direttore della Cochrane Infectious Diseases Group. Il prof. Garner è al giorno 77 della malattia, nonostante ... (Continua)
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03/06/2020 15:30:00 Progetto Nevermind dei ricercatori della Fondazione Don Gnocchi |
Nanovettori per migliorare le terapie neurologiche
Le persone affette da disturbi neurologici sono aumentate notevolmente negli ultimi 25 anni e alcune tra le malattie neurodegenerative e i tumori cerebrali più gravi hanno cure purtroppo ancora scarsamente efficaci. Nella ricerca di migliori terapie contro patologie come l’Alzheimer o il glioblastoma non c’è solo la sfida di sviluppare farmaci più efficaci. È anche necessario migliorare la capacità di raggiungere con questi farmaci le aree cerebrali coinvolte nei processi infiammatori alla base ... (Continua)
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12/05/2020 Evidenziati sintomi cognitivi e psichiatrici associati |
Demenza, alla base alterazioni delle strutture cerebrali
La Demenza Fronto Temporale (FTD), in passato nota come malattia di Pick, è la forma più comune di demenza a esordio precoce: colpisce infatti persone più giovani rispetto all’Alzheimer, tipicamente tra i 55 e i 65 anni. Ora, uno studio italo-olandese ha scoperto che i sintomi che si manifestano quando la FTD è ancora agli inizi non sono solo neurologici ma anche psichiatrici: un aspetto che potrebbe migliorare la diagnosi per i pazienti che ne sono colpiti. Lo studio, che ha esaminato 150 ... (Continua)
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07/04/2020 17:30:00 L’obiettivo è migliorare i disturbi del comportamento sociale nei pazienti |
Autismo e schizofrenia, nuova possibile strategia
Un articolo pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale Cell ha identificato un nuovo meccanismo molecolare alla base dei disturbi del comportamento sociale riscontrati nell’autismo e nella schizofrenia. Questa scoperta potrebbe costituire una possibile strategia terapeutica per aiutare a migliorare i difetti nelle interazioni sociali. I risultati dello studio, condotto da un gruppo di ricerca guidato dalla professoressa Claudia Bagni, che divide il suo lavoro di ricerca tra il ... (Continua)
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