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20/09/2024 11:30:00 Rischio ridotto di multimorbidità cardiometabolica

La caffeina riduce il rischio di diabete e ictus
Il consumo moderato di caffè, tè e altri alimenti e bevande contenenti caffeina migliora la salute metabolica, allontanando il rischio di diabete, cardiopatia coronarica e ictus. A rivelarlo è uno studio pubblicato sul Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism.
"Consumare tre tazze di caffè o 200-300 mg di caffeina al giorno potrebbe aiutare a ridurre il rischio di sviluppare multimorbidità cardiometabolica (CM)", afferma il principale autore dello studio, il dott. Chaofu Ke del Suzhou ... (Continua)

03/09/2024 10:10:00 Aiuta anche a distinguere vari tipi di artrite reumatoide

L’AI predice il rischio di malattia coronarica
Distinguere i sottotipi di artrite reumatoide e stabilire il rischio coronarico (legato alla ostruzione delle arterie coronarie che portano ossigeno al muscolo cardiaco) da una foto della lingua.
Sono due recenti applicazioni dell’intelligenza artificiale, la prima messa a punto da un gruppo di ricercatori guidati da Fei Wang, direttore fondatore dell’Institute of AI for Digital Health del Weill Cornell Medicine di New York, è stata pubblicata sulla rivista Nature Communications. Mentre la ... (Continua)

02/09/2024 09:16:53 Esame del sangue identifica il rischio fra le donne

Un test predice le malattie cardiovascolari
Un team di ricercatori del Brigham and Women’s Hospital di Boston ha messo a punto un semplice test del sangue per prevedere la possibile comparsa di una malattia cardiovascolare nelle donne.
Il test si basa sulla misura di due tipi di grasso nel sangue e della proteina C-reattiva (CRP), parametro che valuta l’infiammazione già utilizzato da tempo. Il nuovo esame è stato presentato nel corso del Congresso della Società Europea di Cardiologia 2024 di Londra e pubblicato sul New England ... (Continua)

30/08/2024 11:05:00 Meno complicanze in chi ha una malattia coronarica

Smettere di fumare riduce il rischio di infarto
Chi soffre di una malattia coronarica e smette di fumare beneficia di una riduzione di quasi il 50% del rischio di complicanze come l’infarto. A dirlo è uno studio presentata al Congresso ESC 2024 da un team dell’Ospedale Bichat-Claude Bernard di Parigi.
Il registro internazionale CLARIFY ha valutato l’impatto dello stato di fumatore sugli eventi cardiovascolari nei pazienti con malattia coronarica. Del registro facevano parte 32.378 pazienti colpiti dalla patologia, inclusi nello studio in ... (Continua)

17/06/2024 10:10:00 Nesso fra utilizzo di cannabis e altre droghe e conseguenze cardiovascolari

La droga aumenta i rischi per il cuore
Effetti negativi per il cuore da un consumo regolare di cannabis. A rivelarlo è uno studio presentato all’American College of Cardiology da un team dell’Università di Stanford che ha analizzato i dati di 175.000 persone.
Stando ai dati, un consumo quotidiano di cannabis è legato a un aumento del 34% del rischio di malattie cardiovascolari. "Le droghe, di qualsiasi natura, sono state più volte associate a conseguenze cardiovascolari serie: questi dati mostrano che anche una sostanza ritenuta ... (Continua)

17/05/2024 12:34:00 Essere seguiti da un professionista riduce il rischio cardiovascolare

Un cardiologo allunga la vita
Un cardiologo allunga la vita riducendo il rischio cardiovascolare. Lo dice lo studio Bring-up Prevenzione presentato nel corso del Congresso nazionale di Cardiologia dell’Anmco, l'Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri, di Rimini.
"Essere seguito da un cardiologo può migliorare significativamente il profilo di rischio e ridurre la probabilità di recidive ischemiche, come infarto o ictus. I cardiologi possono fare la differenza, migliorando il destino clinico dei ... (Continua)

22/04/2024 09:30:00 Nuovi dati sul gender gap nella cura delle malattie cardiovascolari

Stop all’approccio “a bikini” alla salute femminile
Il gender gap nella cura delle malattie del cuore è al centro del Forum Monzino “Ricerca Clinica e malattie cardiovascolari nella donna”: il dosaggio di tutti farmaci per il cuore è calcolato per un giovane maschio di 70 kg di peso, ignorando le specificità delle donne, che negli studi clinici farmacologici sono rappresentate per meno del 40%.
“È urgente rivoluzionare quello che la cardiologa americana Nanette Wenger ha definito “approccio a bikini alla salute della donna”, concentrato sul ... (Continua)

18/04/2024 12:53:00 Studio analizza il nesso fra le due condizioni

Malattie cardiache e danni cerebrovascolari
Una ricerca pubblicata su Neurology mostra la relazione esistente fra patologie cardiache e rischio di danni cerebrovascolari non evidenti clinicamente. La revisione è firmata da Zien Zhou, medico e ricercatore dell'Università del New South Wales a Sydney.
Lo studio mette in luce la prevalenza di alterazioni cerebrovascolari silenti (silent brain infarction, SBI) e malattia dei piccoli vasi cerebrali (cerebral small vessel disease, CSVD) in adulti affetti da fibrillazione atriale, malattia ... (Continua)

15/04/2024 09:45:00 Il caso descritto da medici italiani

Un defibrillatore impiantabile scongiura l’infarto
Grazie a un defibrillatore impiantabile, i cardiologi del Policlinico Gemelli di Roma hanno potuto salvare un uomo a rischio di aritmie mortali intervenendo con un’angioplastica d’urgenza. Il caso è stato descritto sulle pagine del British Medical Journal Case Reports.
Il paziente, che ha circa 70 anni, soffre di cardiopatia ischemica cronica e da 3 anni gli è stato impiantato un defibrillatore bicamerale perché ha uno scompenso cardiaco a ridotta frazione d’eiezione, che lo espone al ... (Continua)

09/04/2024 09:27:55 Non ridurrebbero il rischio di morte o di recidiva

Infarto, i beta-bloccanti non sono così utili
L’uso dei farmaci beta-bloccanti non si traduce in un beneficio reale nei pazienti colpiti da infarto del miocardio. A segnalarlo è uno studio presentato al congresso dell’American College of Cardiology e pubblicato sul New England Journal of Medicine.
Secondo i risultati dello studio Reduce-Ami, infatti, i farmaci non influenzerebbero il rischio di morte o di nuovo infarto miocardico nei pazienti già colpiti. "L'utilizzo dei beta-bloccanti nel post infarto è una pratica clinica consolidata. ... (Continua)

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