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ARTICOLI
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Risultati da 1 a 10 DI 100
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25/07/2024 10:17:53 Le temperature torride associate a un rischio maggiore |
Il caldo estremo aumenta il rischio di ictus
Uno studio dell’Università Fudan di Shanghai mostra che il caldo estremo può aumentare il rischio di ictus. Secondo i dati, il pericolo di ictus sale con temperature elevate, rimanendo alto per almeno una decina di ore. Rischiano di più ovviamente i soggetti con altri fattori di rischio come colesterolo o trigliceridi alti, ipertensione, fibrillazione atriale. A segnalare e commentare la ricerca cinese, pubblicata di recente, sono Isa-Aii (Italian Stroke Association-Associazione italiana ... (Continua)
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16/07/2024 10:30:00 Guida sulla connessione fra salute orale e neurologica |
Denti e cervello hanno una relazione
La salute orale e quella del cervello sono più legate di quanto si possa pensare. A spiegare questa inaspettata e meno conosciuta connessione, in occasione del World Brain Day, sono Straumann Group – leader globale in implantologia e nelle soluzioni ortodontiche che ripristinano il sorriso e la fiducia – e il dottor Michele Antonio Lopez, medico chirurgo specialista in odontostomatologia e professore presso la scuola di specializzazione in chirurgia orale dell’Università Cattolica del Sacro ... (Continua)
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15/07/2024 17:30:00 Le cellule cardiache possono ringiovanire e autoripararsi |
Anche il cuore ha un cervello
“Ego cogito, ergo sum, sive existo”. Risale al XVII secolo questa celebre frase del filosofo e matematico Cartesio, con la quale afferma con certezza assoluta l’esistenza di un essere umano in quanto soggetto pensante. “Io penso, dunque sono, ossia esisto” è la traduzione della famosa affermazione basata sul concetto che mente e corpo siano separati, cioè che la fisicità del corpo possa esistere separata dal ragionamento e dal giudizio morale della mente. Oggi, la moderna Neurologia mette ... (Continua)
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26/06/2024 11:20:00 L’inibitore di BTK migliora la sopravvivenza |
Linfoma a cellule mantellari, efficace acalabrutinib
I risultati positivi dello studio di Fase III ECHO mostrano che acalabrutinib, in combinazione con bendamustina e rituximab, ha ottenuto un miglioramento statisticamente significativo e clinicamente rilevante di sopravvivenza libera da progressione (PFS) e una tendenza favorevole di sopravvivenza globale (OS) rispetto alla chemio-immunoterapia (bendamustina più rituximab) standard di cura nei pazienti con linfoma a cellule mantellari (MCL) non precedentemente trattati. I risultati sono stati ... (Continua)
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17/06/2024 10:10:00 Nesso fra utilizzo di cannabis e altre droghe e conseguenze cardiovascolari |
La droga aumenta i rischi per il cuore
Effetti negativi per il cuore da un consumo regolare di cannabis. A rivelarlo è uno studio presentato all’American College of Cardiology da un team dell’Università di Stanford che ha analizzato i dati di 175.000 persone. Stando ai dati, un consumo quotidiano di cannabis è legato a un aumento del 34% del rischio di malattie cardiovascolari. "Le droghe, di qualsiasi natura, sono state più volte associate a conseguenze cardiovascolari serie: questi dati mostrano che anche una sostanza ritenuta ... (Continua)
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17/05/2024 09:24:37 L’aumento del rischio non è limitato alla fase acuta |
Covid, i rischi per il cuore durano anni
Il rischio cardiovascolare legato all’infezione da Covid-19 non è limitato alla fase di quest’ultima, ma si protrae anche per anni. È la conclusione cui è giunto uno studio pubblicato su Cardiovascular Research da un team dell’Ircss San Raffaele di Roma in collaborazione con l'Università di Roma La Sapienza e l'Università di Napoli Federico II. Numerosi studi precedenti hanno dimostrato, su un numero limitato di soggetti ospedalizzati, che l’infezione da SARS-Cov-2 è molto spesso associata ... (Continua)
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24/04/2024 09:45:30 Le probabilità di soffrirne aumentano se esposti al fumo passivo |
Il fumo passivo favorisce la fibrillazione atriale
Soffrire di fibrillazione atriale è un’eventualità più probabile se si viene esposti al fumo passivo. A evidenziarlo è uno studio del Seoul National University Hospital coordinato da Kyung-Yeon Lee e presentato all'ultimo congresso della Società Europea di Cardiologia. La fibrillazione atriale è il disturbo del ritmo cardiaco più frequente. Chi ne soffre ha una probabilità 5 volte maggiore di subire un ictus. Allo studio hanno partecipato 400.000 soggetti fra i 40 e i 69 anni che si erano ... (Continua)
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18/04/2024 12:53:00 Studio analizza il nesso fra le due condizioni |
Malattie cardiache e danni cerebrovascolari
Una ricerca pubblicata su Neurology mostra la relazione esistente fra patologie cardiache e rischio di danni cerebrovascolari non evidenti clinicamente. La revisione è firmata da Zien Zhou, medico e ricercatore dell'Università del New South Wales a Sydney. Lo studio mette in luce la prevalenza di alterazioni cerebrovascolari silenti (silent brain infarction, SBI) e malattia dei piccoli vasi cerebrali (cerebral small vessel disease, CSVD) in adulti affetti da fibrillazione atriale, malattia ... (Continua)
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17/04/2024 12:45:00 Un quadro aggiornato per la selezione e la gestione dei pazienti |
Fibrillazione atriale, nuove linee guida per l’ablazione
Le maggiori società di elettrofisiologia cardiaca hanno messo a punto le nuove linee guida sull’ablazione nella fibrillazione atriale. Il documento, pubblicato sulla rivista Europace, affronta il tema della selezione e della gestione dei pazienti presi in considerazione per l’ablazione, sia attraverso approcci chirurgici sia mediante catetere. L’ablazione è vista come un trattamento efficace e sicuro, adatto a un buon numero di pazienti con fibrillazione atriale, fra cui quelli con ... (Continua)
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09/04/2024 09:27:55 Non ridurrebbero il rischio di morte o di recidiva |
Infarto, i beta-bloccanti non sono così utili
L’uso dei farmaci beta-bloccanti non si traduce in un beneficio reale nei pazienti colpiti da infarto del miocardio. A segnalarlo è uno studio presentato al congresso dell’American College of Cardiology e pubblicato sul New England Journal of Medicine. Secondo i risultati dello studio Reduce-Ami, infatti, i farmaci non influenzerebbero il rischio di morte o di nuovo infarto miocardico nei pazienti già colpiti. "L'utilizzo dei beta-bloccanti nel post infarto è una pratica clinica consolidata. ... (Continua)
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