Empagliflozin è efficace nel ridurre del 21 per cento il rischio combinato di morte o di ospedalizzazione per insufficienza cardiaca nei pazienti con scompenso cardiaco con funzione sistolica preservata, con o senza diabete.
Sono i principali risultati dello studio internazionale pubblicato sul The New England Journal of Medicine, la rivista scientifica più prestigiosa al mondo tra quelle mediche. Lo studio è stato presentato nel corso del Congresso dell’European Society of Cardiology ad Amsterdam.
Lo scompenso cardiaco è una condizione caratterizzata dall’incapacità del cuore di pompare una quantità di sangue adeguata ai bisogni dell’organismo. Si stima che questa condizione, solo in Italia, colpisca circa 1.000.000 persone. I soggetti più a rischio sono in prevalenza anziani, donne, pazienti con obesità o con diabete di tipo 2. Oltre i 65 anni di età rappresenta la prima causa di ...
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