Anche per le malattie cardiovascolari esiste un gender gap: le donne sono poco attente ai fattori di rischio, sottorappresentate negli studi clinici e hanno minori probabilità di ricevere trattamenti basati sull’evidenza, nonostante le patologie a carico di cuore e arterie causino complicanze più gravi e quindi prognosi peggiori nel sesso femminile, soprattutto con l’avanzare dell’età .
Una piccola grande rivoluzione verso un approccio di genere arriva dallo studio RHEIA che, per la prima volta, ha arruolato un campione di sole pazienti donne per valutare la strategia interventistica più vantaggiosa per il trattamento della stenosi aortica, la patologia valvolare cardiaca più frequente in Italia dopo i 60 anni, dovuta a un malfunzionamento della valvola aortica che ostruisce il flusso di sangue dal ventricolo sinistro del cuore all'aorta. La malattia interessa un numero crescente di donne, ...
(Continua)
leggi la 2° pagina
Le informazioni di medicina e salute non sostituiscono
l'intervento del medico curante
Questa pagina è stata letta
1754 volte