Per individuare la sindrome di Down e le altre patologie di carattere cromosomico vanno privilegiati i test di screening del Dna, da estendere a tutte le gravidanze e non solo a quelle a rischio.
Lo dice uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine da un gruppo di ricercatori del Tufts Medical Center. Stando ai risultati, questi test mostrano un'efficacia superiore a quella di ecografie e test biochimici del sangue della madre.
Nel sangue materno non c'è solo il Dna della donna, ma anche frammenti di Dna del feto. Grazie a un sequenziamento di questo Dna mescolato, gli scienziati riescono a determinare se il feto presenta un'anomalia cromosomica, come ad esempio la copia in eccesso del cromosoma 21, che causa la sindrome di Down.
Si tratta di un metodo che assicura più efficacia dei normali metodi non invasivi, mentre l'unica vera alternativa in termini di sicurezza del ...
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