La realtà aumentata potrebbe ridurre il numero delle Tac necessarie per praticare la biopsia dell’osso, riducendo così la dose di radiazioni. Alla conclusione è giunto Luca Maria Sconfienza, responsabile dell’Uo di Radiologia diagnostica e interventistica dell’Irccs Ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio di Milano e professore ordinario di Diagnostica per immagini e radioterapia presso l’Università Statale di Milano, che ha guidato un studio pilota pubblicato sulla rivista European Radiology Experimental.
L’esame bioptico dell’osso, per la sua realizzazione, necessita di Tac sequenziali, ovvero di scansioni in serie che permettono all’operatore di individuare il punto corretto in cui posizionare l’ago per il prelievo del campione di tessuto. Il paziente riceve quindi una considerevole dose di radiazioni durante il lento e progressivo processo necessario all’identificazione della sede adeguata ...
(Continua)
leggi la 2° pagina
Le informazioni di medicina e salute non sostituiscono
l'intervento del medico curante
Questa pagina è stata letta
293676 volte