Arrivare a una diagnosi di cancro dall’esito (alterato) di un test del Dna fetale effettuato per rilevare eventuali disturbi cromosomici nel corso di una gravidanza. A descrivere questa prospettiva sono le conclusioni di uno studio condotto da un gruppo di ricercatori del National Institute of Health (Nih), pubblicato sul New England Journal of Medicine.
Partendo dagli esiti anomali dell’indagine genetica, gli studiosi hanno eseguito uno screening basato sulla risonanza magnetica total body per verificare l’eventuale presenza di malattie oncologiche.
Un risultato confermato quasi nella metà dei casi (48,6 per cento) che, sebbene richieda “ulteriori studi per convalidare i modelli di sequenziamento del Dna fetale”, apre alla possibilità che “risultati anomali possano indicare una diagnosi di cancro in una popolazione di giovani adulti, in assenza di sintomi clinici”.
Il ...
(Continua)
leggi la 2° pagina
Le informazioni di medicina e salute non sostituiscono
l'intervento del medico curante
Questa pagina è stata letta
938 volte