Era il 2015, quando il gruppo di ricerca diretto dal professor Carlo Pappone, Direttore dell’Unità Operativa di Elettrofisiologia e Aritmologia dell’IRCCS Policlinico San Donato, cambiava per sempre la storia della cura della Sindrome di Brugada, grazie a una scoperta cruciale, quella del cosiddetto substrato aritmico.
Per la prima volta al mondo venne identificato, sulla superficie esterna (epicardica) del cuore a livello del ventricolo destro, un gruppo di cellule che esprimono potenziali elettrici anomali, andando a costituire un’area che si associa alla modalità di presentazione clinica della malattia e al rischio di soffrire di una forma di malattia più aggressiva, quella associata allo sviluppo di aritmie ventricolari maligne.
L’individuazione dei meccanismi della malattia portò a definire l’ablazione del substrato aritmico della sindrome di Brugada come strategia terapeutica ...
(Continua)
leggi la 2° pagina
Le informazioni di medicina e salute non sostituiscono
l'intervento del medico curante
Questa pagina è stata letta
282115 volte