CIRROSI E MALATTIE DEL FEGATO

Consulta centinaia di testi. Indice di tutti gli articoli Cirrosi e malattie del fegato

Sintomi Diagnosi Terapia


La cirrosi è una affezione del fegato caratterizzata da un aumento del tessuto connettivo dell'organo (sclerosi) e dalla presenza di zone nodulari di rigenerazione degli epatociti. A questa situazione si arriva attraverso alcune tappe che si ripetono con una certa regolarità. In seguito all'azione dei cosiddetti fattori cirrogeni (che determinano la cirrosi), diversi e spesso malconosciuti, il tessuto epatico subisce un danno che va dalla degenerazione (più frequentemente steatosi) alla necrosí. La morte delle cellule stimola un tipo di elementi, chiamati fibroblasti, presenti nel fegato, a proliferare e a produrre in grande quantità tessuto connettivo collagene, il tessuto caratteristico della cicatrizzazione. Probabilmente però i fibroblasti vengono stimolati anche prima dagli stessi fattori cirrogeni che provocano la morte delle cellule. Così i lobuli, che costituiscono l'elemento architettonico del fegato, sono circondati e come strozzati da questi tralci connettivali di nuova formazione. In tal modo molte altre cellule muoiono. e parallelamente si assiste a una proliferazione ulteriore di fibroblasti: di conseguenza gli epatociti rimasti cominciano a proliferare nell'intento di riparare il danno e danno vita a nuovi lobulí, detti anche pseudolobuli che tuttavia risultano ben diversi dai lobuli normali, con architettura sovvertita e privi delle consuete connessioni vascolari; ad esempio è ben difficile osservare la piccola vena centrolobulare. In seguito a tutte queste modificazioni si ha nel tempo fino una riduzione, anche marcata, delle dimensioni del fegato, sia della stasi con ingrossamento della milza splenomegalia), sia di varici emorroidali ed esofagee, responsabili di gravi emorragie gastrointestinali; queste varici, fenomeni di dilatazione e allungamento di segmenti di vena, si instaurano in quanto il sistema della vena porta che raccoglie e porta al fegato il sangue venoso rifluito dall'intestino, ha alcune zone (ad esempio il plesso emorroidario, la vascolarizzazione tra cardia ed esofago o quella nella zona ombelicale) in cui può comunicare direttamente con il sistema della vena cava inferiore. L'aumento di pressione nella vena porta spinge dunque il sangue ad aprire queste vie di comunicazione e a riversarsi direttamente nella vena cava inferiore, aggirando così l'ostacolo rappresentato dal fegato cirrotico. Altra manifestazione tipica della cirrosi è l'ascite. cioè l'accumulo di un liquido povero di proteine (trasudato) in cavità peritoneale, che arriva a far assumere all'addome un aspetto globoso, molto voluminoso, e ha la caratteristica di riformarsi quando il liquido venga estratto con la paracentesi. Nel determinismo dell'ascite entrano in gioco meccanismi complessi anzitutto l'ipertensione portale provoca una fuoriuscita di liquido dai vasi capillari della vena porta e soprattutto da quelli localizzati in corrispondenza del peritoneo e della capsula del fegato: inoltre, poiché a causa della funzionalità compromessa dell'organo vengono sintetizzate meno proteine (albumine e globuline), si verificherà una diminuzione anche delle proteine plasmatiche (ipoproteinemia). Siccome una delle funzioni di queste proteine è quella di richiamare acqua dall'interstizio e di opporsi alla sua fuoriuscita a livello del letto capillare, una loro diminuzione porterà fatalmente all'aumento della quantità di liquido elle esce e che si accumula al di fuori dei vasi. Interviene infine anche una componente ormonale che. se in condizioni fisiologiche funge da meccanismo di compenso, nel cirrotico aggrava invece il quadro. Infatti nel caso di una perdita di liquidi dovuta a varie ragioni, aumenta la concentrazione sanguigna. Particolari cellule avvertono questa modificazione e provocano la secrezione di due ormoni, l'ormone antidiuretico o adiuretina (ADH) e l'aldosterone. L'adiuretina aumenta il riassorbimento di acqua in corrispondenza dei tubuli distali del rene c l'aldosterone. sempre a livello di queste strutture. accresce il riassorbimento del sodio che, per ragioni osmotiche, si trascina dietro anche dell'acqua: come risultato diminuirà la quantità di urina. meno acqua abbandonerà l'organismo e il sangue riavrà la sua giusta diluizione. Nel cirrotico. a causa dell'ipertensione e dell'ipoproteinemia, una certa quantità di liquidi lascerà i vasi e, pur non abbandonando l'organismo, provocherà ugualmente un aumento della concentrazione del sangue e quindi la secrezione di adiuretina e di aldosterone. La ritenzione di acqua dovuta all'azione di questi due ormoni darà origine a un aumento della quantità di liquido che si va accumulando al di fuori (lei distretto capillare della vena porta e che, per ragioni anatomiche, si raccoglie in cavità peritoneale. Gli stessi fattori descritti, eccetto però l'ipertensione portale, spiegano anche la comparsa di edemi, evidenti specialmente in corrispondenza degli arti inferiori. Sempre a causa della profonda compromissione delle funzioni dell'organo, compaiono anche ittero e alterazioni endocrine;queste ultime consistono essenzialmente in una marcata diminuzione della libido, nella comparsa di ginecomastia c di dilatazioni di piccoli vasi cutanei (teleangectasie aracniformi) e sono dovute al fatto che il fegato non è più in grado di metabolizzare gli ormoni sessuali, maschili e femminili, che gli arrivano, neutralizzandone così l'azione.


Sintomi

La sindrome caratteristica della cirrosi compare tardivamente e non sempre completa di tutti i sintomi descritti; essa comunque è difficilmente reversibile e sfocia nel coma epatico se non sopravviene prima la morte per la possibilità di gravi emorragie. 1 sintomi che la precedono, che compaiono invece precocemente, sono alquanto aspecifici e consistono in rifiuto del cibo, vomito e nausea emissione di gas e disturbi gastrointestinali. Gli esami sono quelli classici che permettono di accertare uno stato d'insufficienza epatica. Un problema assai dibattuito in sede scientifica è quello del rapporto tra cancro e cirrosi . Esiste tra i due fenomeni una correlazione assai stretta tanto che i recentissimi studi confermano questa “alleanza†mortale.

Diagnosi

Per la diagnosi, di solito sono sufficienti i sintomi e i segni della cirrosi o i risultati delle prove di funzionalità epatica. Comunque, generalmente si esegue anche una biopsia epatica per confermare la diagnosi e per trovare indizi sulla causa primaria. Cause più rare di cirrosi possono essere escluse attraverso particolari esami del sangue e coagulazione.

Terapia

Il trattamento più opportuno è quello di un riposo assoluto a letto cercando di reintegrare le funzioni epatiche perdute. E' importante la somministrazione di vitamine A e D e del complesso B oltre alle proteine e agli zuccheri. Contro il fenomeno dell'ascite esistono varie terapie comprese quella chirurgica. Ma solo un buon medico specialista saprà identificare il trattamento giusto in casi di questo genere.

Notizie correlate


Due fegati sani da uno malato

Straordinario risultato ottenuto da ricercatori italiani







Fegato grasso, la variante femminile

I meccanismi molecolari alla base di questa forma della malattia







Steatoepatite, un test per evitare la biopsia

Studio dimostra l'efficacia di 5 test non invasivi







Terapia genica per una malattia rara del fegato

Un trattamento per la sindrome di Crigler-Najjar







Colangite biliare primitiva, efficace elafibranor

Un farmaco per una rara malattia epatica







Il trapianto di microbiota fecale per la cirrosi

Ripristina la salute dell'intestino e migliora i sintomi







Nuovo farmaco per la steatosi epatica non alcolica

Il farmaco ha invertito l'accumulo di grasso nel fegato







L'effetto della chirurgia bariatrica nella NASH

Analizzata l'efficacia dell'intervento nella steato-epatite non alcolica







Nuove linee guida per il tumore del fegato

Per un approccio terapeutico innovativo e mirato







L'attività fisica contro la steatosi epatica

Praticarla regolarmente riduce il grasso epatico







Steatosi epatica, ridurre l'emoglobina glicata aiuta

Nei pazienti con diabete di tipo 2 è elemento imprescindibile







Epatopatia alcolica e diagnosi precoce, si può fare meglio

Spesso le occasioni per la diagnosi vengono sprecate







Nuove linee guida per le malattie del fegato

I segnali per identificare l'ipertensione portale







L'acido obeticolico non è stato ancora approvato

La terapia per la steatoepatite non alcolica necessita di ulteriori studi







Le staminali rigenerano il fegato

Utile per evitare il trapianto in caso di cirrosi







Obesi dentro, quando il grasso è nel fegato
____________________________


Accumuli ematici ed epatici anche in soggetti magri







Nuovo esame del sangue per il fegato grasso

Il test si basa sul dosaggio della neurotensina







Cirrosi epatica, svelate le alterazioni del microbiota

Studio esamina l'influenza del microbiota nei pazienti cirrotici







Obesità da adolescenti e rischio di cirrosi

Aumenta anche il rischio di tumore del fegato







Steatoepatite non alcolica, bene i test non invasivi

Efficaci quanto la biopsia, secondo uno studio







Cirrosi epatica, gli alimenti che fanno bene

Vegetali, caffè e cioccolato proteggono il fegato







Fegato grasso, una mutazione ci protegge

Alterazione genetica consente di resistere ai danni epatici







Obesità infantile, rischio più alto di diabete ed epatopatie

Emerge da diversi studi sull'argomento







La dieta mediterranea previene il fegato grasso nei bambini

La mancata adesione al regime alimentare stimola l'insulino-resistenza