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alla 1° pagina..) su questa, correggendo la mutazione con il Pna, l'acido peptidiconucleico, che può essere somministrato per via endovenosa incapsulato in nanoparticelle polimeriche". Si tratta di un polimero simile al Dna e all’Rna, ma sintetizzato artificialmente e in grado di legarsi al Dna genomico e di modificare le cellule malate.
Gli scienziati americani ne hanno programmato uno specifico per correggere la mutazione del gene Cftr che causa la fibrosi cistica. Dopo averlo testato in vitro, i ricercatori sono passati alla sperimentazione sui topi, osservando un’alta specificità e abilità nel correggere le mutazioni della patologia.
La mutazione del gene causa un muco eccessivamente denso che chiude i bronchi e determina gravi infezioni respiratorie, oltre a intasare il pancreas e a impedire agli enzimi pancreatici di raggiungere l’intestino, causando così anche malassorbimento dei nutrienti.
"Le terapie geniche finora hanno avuto un successo limitato, in parte a causa delle difficoltà a raggiungere tutti gli organi colpiti dalla malattia”, aggiunge Piotrowski-Daspit. “Le più recenti terapie di modifica genica in vivo hanno usato gli adenovirus come vettori e si sono concentrate sulla correzione mirata del gene Cftr solo nell'epitelio delle vie aeree. Ora i nostri studi hanno dimostrato che le nanoparticelle polimeriche possono essere i giusti mezzi di trasporto per una terapia genica diffusa".
L’editor genetico sviluppato dai ricercatori di Yale ha ridotto i sintomi della fibrosi cistica nei polmoni e nel tratto gastrointestinale dei topi, ma ha ripristinato solo parzialmente le funzioni del gene.
Sarà quindi necessario approfondire lo studio del Pna per cercare di ampliare gli effetti benefici della terapia.
07/10/2022 Andrea Sperelli
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