(2° pagina) (Torna
alla 1° pagina..) Altri studi avevano valutato la sicurezza della gravidanza dopo le cure standard, ma mai l’interruzione della cura, in questo caso la terapia anti-ormonale che in alcuni casi va assunta fino a 10 anni”.
Cambierà la vita di tantissime donne che potranno così non rinunciare a diventare mamme né posticipare questo progetto di vita. Certo l’esperto invita ad avere cautela. “Dobbiamo continuare a seguire queste donne, quelle arruolate erano poco più di 500. Ricordiamo che la maggior parte di queste donne avevano un tumore della mammella in stadio 1, nello studio potevano entrare tutte ed erano le pazienti a chiedere, ma quelle ad alto rischio erano pochissime e quasi 1 su 4 ha avuto una recidiva dopo la sospensione. Oggi sappiamo che è sicuro farlo se si ha un tumore a basso rischio; nelle donne con stadio più avanzato è meglio terminare la cura anti-ormonale di 5 o 10 anni. I 3 quarti ovvero il 75% di queste donne, con un’età media di 37 anni, ha avuto la gravidanza, e i bambini nati stanno bene. Nello studio c’era anche una quota di pazienti BRCA”.
Non resta che incoraggiare le donne, ma anche i medici perché è ancora molto bassa la percentuale delle donne (solo il 5% under 40) che dopo una diagnosi di cancro diventano mamme. Non sono solo le donne ad avere paura, “tanti colleghi oncologi scoraggiano le donne ad avere una gravidanza - ricorda infine Lambertini - a inizio 2022 in un questionario che abbiamo fatto tra colleghi che si occupano di cancro al seno, 1 oncologo su 3 sosteneva che non fosse sicuro avere una gravidanza dopo aver terminato cure e periodo di osservazione appropriati dopo la malattia”.
Notizie specifiche su:
seno,
tumore,
gravidanza,
27/01/2023 Andrea Sperelli
|
Puoi
fare una domanda agli specialisti del forum
e iscriverti alla newsletter,
riceverai le notizie più importanti. |
Migliora la sopravvivenza rendendo più efficaci i farmaci
Potrebbe proteggere contro le forme più aggressive
Verso un futuro senza bisturi
Scoperto un meccanismo chiave della resistenza ai farmaci
I rischi per le donne vanno oltre BRCA1/2
I vantaggi della terapia con sacituzumab
Modifica l’attività bioelettrica delle cellule tumorali
Nuove possibilità di cura grazie ai linfociti T regolatori
Per scoprire se può aiutare i medici nella diagnosi
Nuovi promettenti dati sull’anticorpo monoclonale
Riducono il distress nelle pazienti
Approfondisce le informazioni legate alla mammografia
L’esito emerso dalla ricerca contro il tumore al seno
Il trattamento adiuvante dimostra di poter allungare la sopravvivenza
Intervento indicato nelle giovani donne con mutazione
Tre studi confermano i progressi nella cura dei tumori al seno metastatici
Una ricercatrice croata ha impiegato con successo la viroterapia oncolitica
Il nuovo farmaco sembra bloccare le metastasi
Associazione positiva fra livelli degli acidi grassi e rischio della malattia