(2° pagina) (Torna alla 1° pagina..) una remissione completa o una remissione completa con recupero incompleto dell’emocromo dopo terapia d’induzione associata o meno a trattamento di consolidamento e che non siano candidabili al trapianto di cellule staminali emopoietiche. Alle nuove prospettive di cura della leucemia mieloide acuta è dedicata una conferenza stampa a Roma, realizzata con il supporto di Bristol Myers Squibb.
“I sintomi dipendono dalla progressiva infiltrazione delle cellule leucemiche nel midollo osseo, che perde la capacità di esercitare le sue funzioni e di produrre le cellule del sangue – spiega Adriano Venditti, Direttore dell’Ematologia all’Università di Roma Tor Vergata -. Si realizza una condizione di insufficienza midollare che comporta anemia, stanchezza e pallore. Diminuisce il numero delle piastrine, con tendenza alle emorragie. Inoltre, si verifica una riduzione dei globuli bianchi che determina una maggiore probabilità di sviluppare infezioni, proprio perché vengono meno le difese costituite dai globuli bianchi. Le alterazioni dei valori dell’emocromo portano alla diagnosi, che passa anche attraverso il prelievo di midollo osseo”.
Azacitidina è la prima e unica terapia orale di mantenimento che ha dimostrato di aumentare la sopravvivenza globale e ha mostrato un beneficio di sopravvivenza libera da recidiva nei pazienti con leucemia mieloide acuta. “Il farmaco rientra nella classe degli ipometilanti, perché riduce la metilazione del DNA: in questo modo viene ripristinata la normale funzione dei geni fondamentali nella differenziazione e nella proliferazione cellulare compromesse dalla malattia – afferma Fabrizio Pane, Professore Ordinario di Ematologia e Direttore dell’Unità Operativa di Ematologia e Trapianti di Midollo all’Università Federico II di Napoli -. Nello studio internazionale QUAZAR AML-001, pubblicato sul New England Journal of Medicine, che ha arruolato 472 pazienti, la sopravvivenza globale mediana era superiore a due anni (24,7 mesi) nei pazienti trattati con azacitidina orale rispetto a 14,8 mesi con placebo. Anche la sopravvivenza libera da recidiva mediana è risultata significativamente più lunga con azacitidina orale e ha raggiunto 10,2 mesi rispetto a 4,8 mesi del braccio di controllo”.
“La disponibilità di terapie innovative come azacitidina orale riapre il capitolo della terapia di mantenimento, per la quale l’interesse era scemato da almeno un ventennio – sottolinea il Prof. Venditti -. Con azacitidina orale, la terapia di mantenimento ricomincia ad avere un ruolo importante, non solo per i pazienti anziani. Vanno considerate anche le persone più giovani, in cui l’eleggibilità alla chemioterapia intensiva standard non implica necessariamente la candidabilità anche al successivo trapianto di cellule staminali. Vanno poi analizzate le condizioni generali del paziente che, durante la chemioterapia intensiva, può sviluppare complicanze che controindicano il trapianto allogenico. Si stima infatti che solo il 20-30% dei pazienti eleggibili al trapianto riesca poi effettivamente ad accedere a questa complessa procedura. Vi è quindi un’ampia platea di pazienti che, a prescindere dall’età, può trovare giovamento da azacitidina orale”.
“Finora vi era un bisogno clinico non soddisfatto rispetto alle opzioni terapeutiche di mantenimento della leucemia mieloide acuta, perché le risposte alla terapia di induzione possono essere di breve durata e il rischio di recidiva alto – evidenzia il Prof. Pane -. Infatti, dopo la risposta iniziale, in circa il 50% dei casi la malattia si ripresenta entro un anno. Grazie all’approvazione della rimborsabilità di azacitidina orale da parte di AIFA cambia radicalmente l’orizzonte di cura. Disporre di un’efficace terapia di mantenimento significa poter offrire a questi cittadini un farmaco in grado di prolungare la sopravvivenza globale e la durata della risposta, con una buona qualità di vita. Va inoltre evidenziato che la formulazione orale si presta perfettamente alla terapia di mantenimento in persone che sono in remissione completa”.
“Si tratta di una delle malattie ematologiche più insidiose e difficili da trattare, che spesso presenta un esordio subdolo – spiega Marco Vignetti, Vice Presidente AIL (Associazione italiana contro leucemie linfomi e mieloma) -. In molti casi, il paziente passa in breve tempo da uno stato di benessere a una condizione di grave compromissione dello stato di salute. L’impatto emotivo di una diagnosi improvvisa di leucemia mieloide acuta è devastante sia per i pazienti che per i familiari. La reazione più comune è un senso di profonda angoscia e preoccupazione, che si attenuano all’ottenimento della remissione completa. Nei pazienti in remissione subentra però l’incertezza dovuta alla possibilità che la malattia possa ripresentarsi. Questi elementi sottolineano la necessità di fornire terapie innovative in grado di ridurre il rischio di recidiva e un supporto psicologico strutturato. Fragilità e incertezza, unite ad ansia, sono le parole chiave che accompagnano quotidianamente la vita dei malati e dei caregiver. L’innovazione deve coniugarsi con la multidisciplinarietà del percorso di cura, che includa anche la figura dello psiconcologo”.
“Con oltre 25 anni di esperienza nelle malattie ematologiche – conclude Cosimo Paga, Executive Country Medical Director, Bristol Myers Squibb -, abbiamo ottenuto progressi che hanno migliorato significativamente la sopravvivenza e la qualità di vita dei pazienti. La scienza, da sempre, è il pilastro fondante della nostra strategia e siamo leader in oncoematologia. Azacitidina orale è la terza molecola sviluppata da Bristol Myers Squibb nell’area mieloide approvata da AIFA in poco più di due anni. Siamo orgogliosi di aver reso disponibili, oltre ad azacitidina orale nella leucemia mieloide acuta, nuove opzioni terapeutiche nella mielofibrosi, nelle sindromi mielodisplastiche e nella beta talassemia. Il nostro impegno è attualmente concentrato sul mieloma multiplo e sul linfoma a grandi cellule B”.
Notizie specifiche su: leucemia, azacitidina, cellule, 19/06/2023 Arturo Bandini


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