(2° pagina) (Torna alla 1° pagina..) ricevuto una terapia estrogeno-progestinica a partire da un'età media di 53 anni. La durata media dell'uso era di 3,8 anni per le donne che hanno sviluppato demenza e di 3,6 anni per le altre.
I dati indicano che, rispetto alle donne che non avevano mai usato il trattamento, quelle che avevano assunto la terapia estrogeno-progestinica avevano un rischio del 24% maggiore di sviluppare la demenza e la malattia di Alzheimer. Il rischio cresce con l'uso prolungato, dal 21% in più per un anno o meno al 74% per più di 12 anni di uso.
Tuttavia, un secondo studio pubblicato su Alzheimer’s Research & Therapy da un team della University of East Anglia è giunto a conclusioni diametralmente opposte.
Dallo studio emerge che l’uso della terapia ormonale è associato a una memoria migliore, così come a maggiori cognizione e volume cerebrali in età avanzata nelle donne portatrici del gene APOE4, il gene che mostra suscettibilità alla malattia di Alzheimer.
I dati indicano che la terapia ormonale sostitutiva era più efficace quando introdotta all’inizio della menopausa, in particolare durante la perimenopausa, una fase di transizione verso la menopausa vera e propria.
Il team di ricerca ha analizzato i dati di 1.178 donne per approfondire l’impatto della terapia ormonale sostitutiva in caso di portatrici del genotipo APOE4. "Abbiamo scoperto - sottolinea la dottoressa Rasha Saleh, una delle autrici della ricerca - che l'uso della terapia ormonale sostitutiva è associato a una memoria migliore e a volumi cerebrali maggiori tra le portatrici del gene APOE4 a rischio. Le associazioni erano particolarmente evidenti quando la terapia ormonale sostitutiva è stata introdotta precocemente, durante la perimenopausa".
Ora i ricercatori cercheranno di capire quali siano i tipi di terapia ormonale sostitutiva più vantaggiosi per le donne.
Notizie specifiche su: menopausa, Alzheimer, terapia, 30/06/2023 Andrea Sperelli


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